Attualità

Tutti contro Bibi, Statale di Milano: “Stop accordi con chi è coinvolto”

E' la prima Università italiana ad adottare questa decisione

di Angelo Vitale -


Netanyahu sempre più isolato, anche in Italia. La Statale di Milano si asterrà dal procedere “a nuove stipule o rinnovi di accordi con Università, istituzioni o attori di altro tipo che siano direttamente o indirettamente implicati nelle violazioni attualmente in essere”.

Statale di Milano: “No ad accordi con enti implicati” a Gaza

Lo stabilisce una mozione sulle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza approvata oggi all’unanimità dal Senato Accademico che, nel ribadire “sdegno e condanna” per l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, e nel reiterare la richiesta di liberazione di tutti gli ostaggi, ribadisce che “l’autodifesa non può in alcun modo implicare azioni di guerra indiscriminate”.

La Statale di Milano è la prima università italiana a prendere una posizione ufficiale di questo tipo, annunciando l’astensione da nuovi accordi o rinnovi con enti o istituzioni coinvolte, direttamente o indirettamente, nelle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza. Questa decisione segna un gesto significativo nel panorama accademico italiano.

Netanyahu sempre più isolato

Nel contesto internazionale, una presa di posizione che si inserisce in uno scenario in cui diversi ambienti accademici e culturali stanno progressivamente isolando il governo di Netanyahu per il modo in cui è stata condotta la risposta israeliana, soprattutto per le violazioni dei diritti civili e umani. E ove le cancellerie europee discutono apertamente di sanzioni a Israele.

Il caso di Torino

A Torino, nel febbraio di quest’anno, il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino aveva approvato una mozione a favore del boicottaggio accademico contro Israele, in particolare la sospensione della collaborazione con l’Università Ben Gurion di Be’er Sheva.

La mozione, votata con 54 favorevoli su circa 70 presenti, aveva determinato la rescissione della parte di accordo che riguardava i corsi di quel dipartimento, come risposta ai legami tra Ben Gurion e le industrie belliche israeliane. Tuttavia, il rettore Stefano Geuna aveva poi precisato che non si trattava di un boicottaggio totale o di antisemitismo, ribadendo che tutti gli altri accordi attivi tra UniTo e università israeliane restavano validi.

Questa decisione aveva sollevato polemiche nel mondo politico, con la premier Giorgia Meloni e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini che avevano criticato aspramente la scelta, definendo tali azioni pericolose e contrarie alla tradizione di apertura degli atenei italiani.


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