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Biden nei guai: i Repubblicani rispondono al fuoco dei Democratici

di Ernesto Ferrante -


Dinamiche politiche e vicende giudiziarie si intrecciano in maniera sempre più stretta nella corsa alla Casa Bianca: dopo Trump, tocca a Biden. Lo Speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, ha annunciato di aver chiesto alle Commissioni competenti della Camera dei Rappresentanti l’apertura formale di un’indagine di impeachment contro l’attuale presidente Usa, per presunte complicità e benefici finanziari derivanti dagli affari conclusi con governi stranieri dal suo secondogenito.
“Ci sono accuse di abuso di potere, ostruzione della giustizia e corruzione. E ciò richiede altre indagini da parte della Camera dei deputati”, ha aggiunto McCarthy, parlando di una “cultura di corruzione”.
Joe Biden “ha mentito al popolo americano sugli affari esteri della propria famiglia”, ha spiegato al Capitol il politico californiano succeduto a Nancy Pelosi dopo trattative estenuanti e ben quindici votazioni, sostenendo che sono emersi elementi sufficienti per aprire l’inchiesta formale per la messa in stato d’accusa.
“La presidenza non è in vendita. Non prendo la decisione alla leggera. Questi fatti dovrebbero preoccupare tutti gli americani”, ha ammonito lo speaker, pressato dall’ala destra guidata dal rappresentante della Florida e trumpiano di ferro Matt Gaetz, rivelando di fatto l’intenzione dei suoi colleghi di partito di andare a fondo nelle scabrose vicende che coinvolgono lo scomodo pargolo del Commander in Chief, già a rischio, entro fine mese, di incriminazione per evasione fiscale e possesso illegale di arma da fuoco.
Per aprire formalmente il procedimento sono necessari 218 voti ma al momento sembra che mancherebbero i numeri per raggiungere il quorum. I repubblicani sono chiamati a serrare i ranghi, non potendosi permettere di “lasciare per strada” più di cinque voti. Dalla loro tenuta si capiranno meglio anche le nebulose dinamiche interne e la reale forza di un tycoon che i sondaggi danno in grande spolvero.
Immediata e rabbiosa la replica della controparte. Il portavoce della Casa Bianca, Ian Sams, ha negato sui social media le accuse contro Sleepy Joe, definendo l’azione repubblicana come “estremismo politico nella sua forma peggiore”.
“I repubblicani della Camera hanno indagato sul presidente per nove mesi e non hanno trovato alcuna prova di illeciti”, ha sottolineato il funzionario su X.
Schermaglie dialettiche che fanno passare in secondo piano il vero spauracchio dell’amministrazione bideniana: quello shutdown che appare di nuovo così pericolosamente vicino.

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