Economia

Biden punta sul petrolio venezuelano per isolare la Russia

L’amministrazione Usa allenta le sanzioni contro Maduro e dà mandato alla Chevron di trattare con Caracas sul futuro business del greggio

di Adolfo Spezzaferro -


Grandi manovre Usa per cercare di isolare la Russia sul fronte dell’esportazione di petrolio. L’amministrazione Biden allenta le sanzioni nel settore energetico contro il Venezuela per allargare per l’appunto il mercato petrolifero. Mossa che punta anche a stimolare la ripresa dei negoziati tra il regime di Maduro e l’opposizione. Bersaglio grosso degli Usa è ovviamente un possibile scambio petrolifero. In questo quadro rientra un provvedimento dell’amministrazione Usa che permetterà alla compagnia petrolifera Chevron, l’ultima grande azienda a stelle e strisce che opera in Venezuela, a trattare con la statale Pdvsa.
Nel dettaglio, il dipartimento del Tesoro ha rilasciato una licenza generale che consente alla Chevron di avviare negoziati con il governo Maduro in futuro sul business petrolifero del Paese. Ad annunciarlo un rappresentante della Casa Bianca durante una conferenza stampa. Il governo Maduro e l’opposizione, dal canto loro, annunceranno presto la ripresa del dialogo politico, ha aggiunto l’alto funzionario dell’amministrazione Usa.
Ma cosa c’entra questa mossa di Biden con il petrolio russo? A quanto pare il capo della Casa Bianca avrebbe offerto aiuto a Maduro per aumentare la produzione di petrolio da mettere sui mercati internazionali. In tal modo renderebbe il mondo meno dipendente dalla Russia. Certo, perché l’affare vada in porto è fondamentale che il regime e l’opposizione si siedano al tavolo dei negoziati. Juan Gonzalez, direttore del Consiglio di sicurezza con delega alle Americhe dell’amministrazione Biden, ha dichiarato che Washington è disponibile a ridurre le sanzioni nei confronti del Venezuela in caso di passi concreti che portino il Paese a elezioni libere. I primi passi in questa direzione sono stati compiuti. L’opposizione venezuelana infatti ha avviato “conversazioni formali” con il governo Maduro per riattivare il tavolo dei negoziati in Messico. Ne dà conferma la Piattaforma unitaria, la coalizione delle forze di opposizione in Venezuela.
Dal canto suo, l’esecutivo guidato da Maduro conferma la sua disponibilità. “Il governo del Venezuela – dichiara la vicepresidente esecutiva Delcy Rodr¡guez – ha verificato e confermato notizie secondo cui gli Stati Uniti hanno autorizzato le compagnie petrolifere nazionali e quelle europee a trattare con Caracas e a riavviare le operazioni in Venezuela”. “Il Venezuela – prosegue – auspica che queste decisioni degli Stati Uniti aprano la strada alla revoca totale delle sanzioni illegali che colpiscono tutto il nostro popolo”. Rodr¡guez assicura infine che “il nostro governo, in base ai suoi profondi valori democratici, continuerà instancabilmente a promuovere un dialogo fruttuoso con l’opposizione interna in un contesto nazionale e internazionale”.
Il Venezuela è il primo Paese al mondo per riserve di petrolio, calcolate in 303,8 miliardi di barili. Seguita da Arabia Saudita e Canada. La Russia è al sesto posto, con 107,8 miliardi di barili. Diversa però è la situazione se andiamo a vedere la produzione effettiva calcolata in migliaia di barili al giorno. In questo caso, al primo posto troviamo gli Stati Uniti, con 15.476, seguita proprio dalla Russia, con 11.200. Mentre il Venezuela è soltanto in undicesima posizione, con 2.276. Ma con tanto, tantissimo petrolio da estrarre.


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