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Boldrini e il consenso scritto: sesso o contratto notarile?

Boldrini propone consenso “libero, consapevole e inequivocabile” prima e durante il sesso. Serve il notaio? Testimoni? Orgia colossale in arrivo? Ecco perché il tutto rischia di diventare una farsa

di Anna Tortora -


La deputata dem Laura Boldrini propone il consenso “libero, consapevole e inequivocabile” prima e durante il sesso. Serve il notaio? Testimoni? Orgia colossale in arrivo? Ecco perché il tutto rischia di diventare una farsa.

Quando il desiderio incontra la burocrazia

Sembrerebbe la trama di un film grottesco, ma è la realtà che ci aspetta secondo Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera ha proposto che il consenso sessuale non solo sia “libero, consapevole e inequivocabile”, ma che venga anche rinnovato durante l’atto.
Tradotto: non basta un sì detto una volta; servirebbero firme, aggiornamenti e magari pure un timer per ricordarsi quando scade.

Il sesso diventa un affare legale… con tanto di notaio

Il disegno di legge sembra scritto da chi ha confuso il corpo con un modulo da protocollo. Serve un sì esplicito, continuo, inequivocabile. E, a quanto pare, costantemente verificabile.
Addio all’improvvisazione, al brivido, all’intesa: da oggi si entra a letto con un faldone in mano e la penna pronta.
E se si vuole fare una “sveltina”? Dimenticatela. Rischia di diventare una conferenza legale con clausole, allegati e controfirme.

Due testimoni per un sì: l’orgia diventa evento sociale

L’ironia è inevitabile: e se qualcuno prendesse tutto alla lettera? Se davvero ci volessero due testimoni oculari per ogni rapporto?
Altro che protezione, finiremmo in una gigantesca orgia certificata, con pubblico, cronometro e forse anche catering.
La domanda non è più “lo facciamo?”, ma “chi verbalizza?”
La sessualità, da esperienza privata e consapevole, diventerebbe uno show burocratico, regolato più del Parlamento.

La “sveltina”: dall’arte del rapido all’archivio notarile

Un tempo era un momento fugace, magari impulsivo, forse persino romantico. Oggi, nella visione di certe proposte, la sveltina diventa un procedimento amministrativo da istruire in anticipo.
Devi firmare, far firmare, attendere la conferma e – solo se tutto è in regola – procedere. Se non ti scade il consenso a metà.
La leggerezza? Smarrita. L’intesa? Sospetta fino a prova scritta contraria.

Il confine tra serietà e farsa

Condannare lo stupro non è solo giusto: è doveroso. Su questo non si discute.
Il problema nasce quando da una tragedia vera si partoriscono soluzioni che sfiorano la farsa.
Perché una cosa è il diritto sacrosanto di dire no.
Un’altra è trasformare il sesso in un atto da regolamentare con moduli, rinnovi e magari pure testimoni oculari pronti a certificare ogni fase.
La deriva è evidente: dalla giusta battaglia al teatro dell’assurdo.
E se davvero si vuole proteggere qualcuno, non lo si fa scrivendo commedie legislative. Lo si fa con l’educazione, il rispetto, il senso.
“Lo famo strano?” Certo, con il timbro.


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