Economia

Bollette a ratee rinvio Flat tax. Il solito governo

di Giovanni Vasso -


Sembra Draghi, ma non lo è. Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti ieri ha presentato alle commissioni speciali di Camera e Senato i provvedimenti previsti dall’aggiornamento della Nadef, la nota aggiuntiva al documento di economia e finanza. Dalle pensioni e fino alle bollette, passando dall’utilizzo dei fondi di Repower Ue (magari per avviare nuove misure sulla falsariga del superbonus 100% ma solo per gli edifici pubblici), Giorgetti ha illustrato la strategia del governo che, in questo momento, ha due nemici da combattere: l’inflazione e la recessione. “Sarebbe un incubo”, ha detto il ministro che ieri ha spiegato, coi fatti, perché è stato ritenuto, fin dai tempi del toto-governo, il più “draghiano” di tutti. Grandi differenze non ce ne sono, con l’esecutivo precedente. La linea è la continuità. Insomma, chi si attendeva un cambio di passo dovrà aspettare ancora. Per il momento, il Meloni I assomiglia sempre di più a un Draghi bis.

Pensioni, 50 mld in più

Per quanto riguarda le pensioni, Giorgetti ha riferito che la spesa per l’indicizzazione degli assegni prevista tra 2022 e 2025 assomma a circa 50 miliardi di euro. “Le nuove stime di inflazione – ha spiegato il ministro – determinano infatti una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025. Per dare un’idea degli oneri che complessivamente gravano sulla spesa per pensioni per effetto del meccanismo di indicizzazione all’inflazione, le stime del conto economico a legislazione vigente scontano un incremento di 5,4 miliardi per il 2022, cui segue un incremento di 21,3 miliardi nel 2023, 18,5 miliardi nel 2024 e 7,4 miliardi nel 2025”. L’aumento della spesa pensionistica è stato stimato, dunque, nel 7,3%.

Pace fiscale

Un altro tema importante riguarda la pace fiscale. Secondo Giorgetti, la pressione fiscale “è prevista al 43,8 per cento del pil nel 2022, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di settembre”. Ma non basta: “Nel triennio 2023-2025 si stima un andamento decrescente di questo indicatore che, con una riduzione annua media di circa 0,4 punti percentuali, si attesterà al 42,5 per cento del pil nel 2025”. Il peso dei tributi sulle tasche dei cittadini, comunque, resterà altissimo.
Tuttavia, il ministro ritiene che addivenire a una pace fiscale aiuterà gli italiani a recuperare liquidità, utilissima per rimettere in moto i mercati.

Flat tax, il ritorno.

Giancarlo Giorgetti ha dunque affermato che il governo non ha intenzione di mollare la presa sulla flat tax. In particolare, il ministro ha riferito che “sono inoltre allo studio altre misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale (la cosiddetta flat tax incrementale) per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.

Bollette a rate

Per quanto riguarda le bollette, Giorgetti ha promesso investimenti da 21 miliardi per alleviare il carico di famiglie e imprese. Allo studio, inoltre, c’è la possibilità di rateizzare i pagamenti dovuti alle aziende energetiche. Una misura che potrebbe aiutare cittadini e aziende, quantomeno, a prendere tempo per saldare i conti (salatissimi) di luce e gas. Il nodo di gordio della crisi delle bollette, però, non potrà essere risolto a Roma. Per il ministro, infatti, è necessario trovare una soluzione a livello comunitario che metta tutta l’Europa, e quindi l’Italia, al riparo dalle conseguenze devastanti del caro energia. Inoltre il governo ha intenzione di colpire gli extraprofitti e di farlo meglio di quanto l’abbia fatto l’esecutivo Draghi che ha mancato l’obiettivo dei 4 miliardi riuscendo a raggranellarne poco meno di uno.

Superbonus per edifici pubblici

Nella Ue c’era già chi, come il commissario Dombrovskis, aveva applaudito all’utilizzo di Repower Ue per le bollette. Il ministro Giorgetti, invece, pare essere di un altro parere. In particolare, dai fondi comunitari, potrebbe arrivare uno stimolo a rivedere il Pnrr: “ Con Repower Eu si potrebbe avviare un’operazione simile al 110% sugli edifici pubblici per l’efficientamento energetico che permetterebbe di dirottare l’offerta verso questo tipo di domanda, che non è più privata ma pubblica”. Il “vecchio” superbonus è in soffitta e lì resterà: “Non ho mai visto una norma che è costata così tanto per così pochi – ha dichiarato Giorgetti dicendosi comunque pronto al confronto -ho parlato di una razionalizzazione, perché così non funziona”.


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