Economia

BOLLETTE AI RAGGI X

di Giovanni Vasso -

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Il prezzo delle materie prime scende ma il costo dell’energia, insieme al peso delle bollette, continua a salire. Più che un grande mistero, si tratta di una circostanza che era più che attesa. Con la fine dell’inverno, e in ossequio alle pressioni arrivate da Bruxelles, il governo non ha confermato i tagli agli oneri di sistema. Pertanto, solo ad aprile, la bolletta del gas tipo di una famiglia italiana media è salita del 22,4% come ha riferito l’Arera. La speranza, specialmente nelle stanze dei bottoni della politica, sta nella primavera. Con la fine del freddo e dell’inverno, i cittadini utilizzeranno molto meno i riscaldamenti rispetto ai mesi passati. Perciò si crede che le famiglie potranno assorbire il rincaro, o meglio il mancato rinnovo degli aiuti in bolletta. Ma ci sono anche altre dinamiche che influenzano gli importi delle utenze. A cominciare dagli oneri fissi e di sistema che, come ha dimostrato la scelta del governo, che prima ha decurtato e poi ripristinato i costi della componente Ug2, pesano e non poco sui costi delle bollette. E poi c’è il mercato e, prima ancora, le leggi ambientali che lo regolano.
All’Energy Summit 2023 di Roma, Ey ha puntato il dito contro la volatilità dei prezzi delle materie prime e l’impatto delle normative sulle quote di Co2 sulle aziende del settore. In dieci anni, questo costo per le imprese si è decuplicato. Si è passati dai nove euro alla tonnellata che si pagavano nel 2012 agli attuali 90 euro. Il mercato dell’anidride carbonica, dunque, è davvero impazzito. E ha contribuito, con il rally del gas registratosi nei mesi scorsi, a raddoppiare il prezzo di mercato. Urge, dunque, virare sulle rinnovabili. E occorre farlo in fretta. Anche perché, come rivelano gli analisti di Ey, con lo stop alle auto a motore endotermico, la domanda di energia elettrica rischia di fare un balzo in avanti stimato, solo per l’utenza italiana, tra il 15-20% degli attuali volumi. Per sostenere la transizione green, infatti, saranno necessari 50 terawattora in più, ogni anno. Si tratta di una quantità di energia immensa. La svolta, assicurano i ricercatori, starebbe tutta nella decarbonizzazione. La vera sfida di questi anni. Ma il problema è che i cittadini non riescono ad apprezzare sforzi che non vedono. Tantomeno in bolletta.
Ma non è un problema italiano. Quello che accade nel nostro Paese è in linea con quanto sta succedendo in tutto il mondo. L’Energy consumer confidence index stabilisce che se i consumatori non vedono benefici, cessano di essere fiduciosi nella transizione energetica. Al contrario, se vedono effetti positivi la fiducia aumenta. Al momento, l’Italia è sotto la media globale. Più che una causa, questa sembra una conseguenza del fatto che i cittadini non sembrano intravedere, in bolletta, i progressi auspicati. E, anzi, sei italiani su dieci non riconoscono impegno al settore energetico verso la transizione.
Sarà forse per questo che sempre più aziende e società dell’energia avviano nuovi canali di informazione e contatto con i cittadini. Le famiglie, infatti, badano ai fatti. In dieci anni, come ha riferito il Codacons, il prezzo delle utenze è schizzato alle stelle. La crisi energetica non ha fatto altro che scoperchiare, in maniera irreversibile, un autentico vaso di Pandora. Fatto di dubbi, troppi, che incidono sulla fiducia. Molte società, per esempio Enel, hanno avviato campagne social e sui propri siti istituzionali per informare il pubblico. Nen, società del gruppo A2a, nei giorni scorsi, ha annunciato un podcast affidato ai suoi stessi impiegati e funzionari per spiegare “con un linguaggio chiaro e accessibile” come funziona il mondo dell’energia e per “sfatare falsi miti”.

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