Economia

Bollette del gas a prezzi politici “Ma solo per famiglie e imprese che consumeranno di meno”

di Giovanni Vasso -

CARO BOLLETTE, ENERGIA, RINCARI.


Gas, il governo si allinea all’Ue sulla necessità del taglio dei consumi. E mentre si attendono le decisioni dell’Arera, che dovrà stabilire di quanto tagliare le tariffe alla base delle bollette, l’esecutivo pensa a cosa fare da aprile in poi, quando saranno scadute le misure adottate in finanziaria per tamponare gli aumenti, clamorosi, registratisi per elettricità e gas. Il ministro Giancarlo Giorgetti pensa a un doppio binario. Per il titolare del Mef la strategia da varare si basa, da un lato, sul criterio premiale che incentivi un drastico calo dei consumi da parte degli italiani,
In pratica, il ministro vuole introdurre il principio generale alla base della strategia europea da quando è scoppiata la crisi energetica: quella del taglio, radicale, dei consumi. Finora, come ha spiegato nelle scorse settimane la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, l’Ue ha ridotto i consumi del 20%. Bene ma non benissimo. Nel senso che si può fare ancora di più.
Per convincere i cittadini a risparmiare energia, Giorgetti – che nel fine settimana è intervenuto alla kermesse leghista al teatro Manzoni di Milano – ha parlato dell’ipotesi di garantire gas “a prezzi politici” ma, beninteso, entro una certa soglia di consumi. In pratica, quello che ha affermato – intervistato dal Messaggero – il sottosegretario alle imprese Valentino Valentini che ha parlato dell’applicazione di un calmiere sul 70-80% del consumo annuo stimato, sulla base dei consumi dell’anno scorso, per famiglie e imprese. Oltre questa soglia verrebbe applicato il prezzo di mercato corrente. Che, però, potrebbe drasticamente calare dal momento che gli stoccaggi non boccheggiano e che, dopo l’entrata in vigore del price cap Ue, il costo al megawattora è precipitato ben al di sotto dei 60 euro. Insomma, l’obiettivo del governo, o meglio dei ministeri dell’Economia e del Made in Italy, è “convincere” gli italiani a risparmiare facendoli rinunciare al 20-30% dei consumi che si registravano prima dello scoppio della guerra in Ucraina e, dunque, dell’insorgere della crisi energetica. Ciò allineerebbe le azioni dell’esecutivo Meloni alla linea europea. Che, per affrontare la crisi, chiedeva misure limitate nel tempo (e infatti a fine marzo scadrà il pacchetto di aiuti deliberato con la finanziaria) e, soprattutto, di incidere sulle abitudini dei consumatori, famiglie e imprese, convincendole ad abbattere i livelli di consumo.
La strategia del governo, per ora, sembra dividere i consumatori. L’Unc intravede il rischio di una stangata dal momento che “se per prezzo protetto si intende che gli sconti attualmente vigenti, ossia annullamento degli oneri di sistema e Iva sul gas al 5%, saranno confermati solo sul 70/80% dei consumi, mentre per il restante 20/30 sarà ripristinato il prezzo pieno, allora vuol dire che il governo, con la scusa del risparmio energetico, intende aumentare le tasse a tutti gli italiani sulle bollette di luce e gas”.Il pallino del gioco, però, è in mano all’Arera. Che all’inizio di febbraio – cioè tra qualche giorno – deciderà di quanto tagliare il costo del gas in bolletta. Il ministro Giorgetti ha ventilato l’ipotesi di un 40% mentre si fa largo l’idea di sfrondare le tariffe di un terzo, del 33%. Una discesa vertiginosa, che farebbe bene a tutti. Soprattutto all’inflazione. Secondo il centro studi di Unimpresa, infatti, “il calo del prezzo del gas, in grado di far scendere il costo delle bollette dei prossimi mesi con una riduzione tra il 30% e il 40%, avrà effetti positivi sui livelli generali dell’inflazione, in Italia, che potrebbe arrivare sotto il 7% livello medio nel 2023”. Secondo gli analisti, “questa nuova traiettoria potrebbe accelerare il ritorno dell’indice dei prezzi al consumo del nostro Paese verso il 2%, fino a questo momento ipotizzabile soltanto verso la fine del 2024”.


Torna alle notizie in home