Esteri

Bolsonaro finisce ai domiciliari, gli Usa contro il Brasile

di Maria Graziosi -


Gli Stati Uniti condannano la decisione della Corte Suprema del Brasile che ha disposto gli arresti domiciliari a carico dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Nell’occhio del ciclone, ancora una volta, c’è il giudice Alexandre de Moraes. Che era già finito al centro di una furiosa diatriba che l’aveva opposto a Elon Musk sui temi legati al digitale, ai dati e alle responsabilità, o presunte tali, del social X sullo scenario politico interno carioca. Arrivando addirittura a “spegnere” X in territorio brasiliano. Stavolta, però, a lanciare accuse ai giudici brasiliani è l’Ufficio per gli affari dell’emisfero occidentale del Dipartimento di Stato.

I domiciliari per Bolsonaro

La decisione di imporre gli arresti domiciliari a Jair Bolsonaro è stata assunta dal giudice Alexandre de Moraes a causa della “reiterata inosservanza delle misure precauzionali”. Inoltre, secondo la Corte Suprema federale brasiliana, l’ex presidente avrebbe “ignorato e mancato di rispetto” alle istituzioni giurisdizionali del Paese quando ha deciso di farsi vedere, in videocall, a una manifestazione di suoi sostenitori a Copacabana, domenica scorsa. Era stato il figlio, Flavio, a pubblicare il video sui social del suo discorso. Poi ha repentinamente cancellato il post. Ma tanto sarebbe bastato, ai giudici, per irrigidire le misure cautelari a carico dell’ex presidente.

L’attacco alla Corte del Dipartimento Usa

Secondo i rilievi del Dipartimento di Stato americano, i giudici carioca, con de Moraes in testa, avrebbero “usato” la giustizia per mettere a tacere l’opposizione. Rappresentata, in questo caso, dall’ex presidente. Che sarebbe stato, inoltre, impossibilitato a difendersi pubblicamente dalle accuse di aver ordito un complotto per sovvertire i risultati elettorali del 2022 quando fu Lula, il grande vecchio del socialismo sudamericano, a strappargli all’esito di una competizione tiratissima, la palma della vittoria. “Lasciate parlare Bolsonaro”, tuonano dagli Usa che accusano il giudice de Moraes di “gravi violazioni dei diritti umani”.


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