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Bombe nel Baltico/6: no Cassazione a estradizione Kuznietsov

L'ucraino arrestato a Rimini due mesi fa potrebbe tornare in libertà

di Angelo Vitale -

L'ucraino arrestato a Rimini


Bombe nel Baltico, improvviso stop in Italia per l’inchiesta che in Germania indaga sull’attentato al gasdotto Nord Stream: no Cassazione a estradizione Kuznietsov.

Bombe nel Baltico: no Cassazione a estradizione Kuznietsov

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la decisione della Corte d’appello di Bologna che aveva disposto la consegna alla Germania di Serhii Kuznietsov, l’ex capitano dell’esercito ucraino arrestato a Rimini nell’agosto scorso

Kuznietsov è accusato di aver partecipato al sabotaggio, nel settembre 2022, del gasdotto Nord Stream.

Il legale di Kuznietsov, avvocato Nicola Canestrini, ha presentato il ricorso denunciando un errore nella qualificazione giuridica dei fatti. Un errore che avrebbe leso il diritto del suo assistito a partecipare effettivamente al processo.

Kuznietsov potrebbe presto tornare in libertà

La Suprema Corte ha accolto questa tesi, sottolineando che i principi del giusto processo, sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dal diritto dell’Unione Europea, devono sempre prevalere.

Il caso ora tornerà a un nuovo collegio della Corte d’appello per una rivalutazione completa. Ma già l’avvocato Canestrini ha annunciato che valuterà presto se chiedere la scarcerazione del suo assistito, poiché è venuto meno il titolo giuridico che giustificava la detenzione cautelare.

Il legale ha chiarito che i diritti fondamentali e le garanzie processuali non possono essere sacrificati sotto la pressione della ragion di Stato o per motivi di efficienza politica, ma devono rappresentare la base dello Stato di diritto.

Dalla Germania nessuna reazione

Per ora, dalla Germania, nessuna reazione ufficiale alla decisione adottata in Italia dalla Cassazione con il no all’estradizione di Kuznietsov. Un passaggio che rallenta il completamento del quadro investigativo sull’attentato. Disporre di uno degli indiziati in stato di detenzione avrebbe consentito alle autorità tedesche di poterlo interrogare, nell’auspicio di una sua collaborazione.

Addirittura, la possibilità che possa tornare in libertà prima che un nuovo collegio si esprima sulla sua estradizione rischia di vedere significativamente compromesso lo scenario di indagine finora delineato.


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