Esteri

Bombe nella notte su Gaza City. Tel Aviv nega i visti ai laburisti britannici

Egitto e Francia contro l'operazione di terra fortemente voluta da Netanyahu

di Ernesto Ferrante -

epa12314037 Displaced Palestinians inspect tents destroyed after an Israeli strike on the Al-Manasrah camp, which housed more than 200 families in Deir al-Balah, central Gaza Strip, 21 August, 2025. EPA/HAITHAM IMAD


I militari israeliani hanno aperto una seconda strada, oltre a quella lungo la costa, per facilitare l’esodo forzato dei residenti da Gaza City. La Sala al Din, nel centro della regione, in direzione del sud della Striscia, rimarrà aperta da mezzogiorno di oggi fino a mezzogiorno di venerdì. A renderlo noto è stato il portavoce dell’Idf, Avichay Adraee, con un post in arabo su X. L’arteria costiera è intasata di mezzi e persone che lasciano la città in vista della seconda fase dell’occupazione delle forze dell’Idf. Nella notte sono proseguiti i bombardamenti israeliani.

Il Cairo e Parigi contro Netanyahu per l’attacco di terra

Il ministero degli Esteri egiziano ha fortemente criticato l’attacco di terra delle truppe israeliane, che riflette le politiche “sconsiderate” dello Stato ebraico. “Mettiamo in guardia dai rischi catastrofici delle operazioni israeliane nella regione, che è sull’orlo di una nuova fase di caos totale a causa dell’incoscienza di Israele”, ha affermato il ministero, aggiungendo che tutte le parti in Medio Oriente e nel mondo, senza eccezioni, saranno danneggiate dal comportamento di Israele.

Anche la Francia ha condannato l’offensiva terrestre fortemente voluta dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, invitando il governo – attraverso un comunicato del ministero degli Affari esteri – “a porre fine a questa campagna distruttiva, che non ha più alcuna logica militare”.

Dopo aver sottolineato il “contesto umanitario e sanitario di estrema gravità caratterizzato dalla carestia, dall’assenza di accesso ai beni di prima necessità e alle cure di emergenza”, Parigi ha nuovamente invitato Tel Aviv a “revocare immediatamente tutte le restrizioni imposte all’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza” e a “riprendere al più presto i negoziati per un cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi”.

Visti negati ai laburisti britannici

Israele ha negato l’ingresso a due deputati laburisti britannici che avevano in programma una missione in Cisgiordania con un gruppo organizzato dal Council for Arab British Understanding. Simon Opher e Peter Prinsley avrebbero anche dovuto incontrare diplomatici britannici e attivisti per la difesa dei diritti umani in Israele, secondo il Guardian. L’obiettivo della missione era quello di “consentire ai deputati di testimoniare il lavoro cruciale di operatori umanitari e medici di diverse organizzazioni inclusa Medical Aid for Palestinians nei territori della Cisgiordania”.

La richiesta forte di Roberto Fico

Embargo totale per Israele. “A Gaza muore l’umanità. I carri armati a Gaza City, l’invasione dopo i bombardamenti e le uccisioni. Con questa ennesima azione criminale il governo israeliano fa un ulteriore passo fuori dal diritto internazionale. Ciò che sta accadendo è drammatico: è in corso un genocidio, un massacro di bambini, donne, anziani. La risposta deve essere immediata, dura, perentoria. Italia e Europa blocchino ogni rapporto con Israele. Subito. Serve un embargo. Senza esitare. Usiamo tutti gli strumenti pacifici di cui siamo in possesso per fermare un atroce massacro”. Così Roberto Fico del M5S, candidato governatore del centrosinistra in Campania sui suoi profili social.


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