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Boom del biotech, il Gruppo Chiesi lavora a un hub internazionale che sorgerà a Parma

di Francesco Certo -


Il biotech è un comparto in continuo ed affermato sviluppo negli ultimi 10 anni: nel mercato mondiale il settore è cresciuto a un tasso annuo superiore al 12% negli ultimi 30 anni e raddoppierà entro il 2030, secondo il Biologics Global Market Report 2021. Nel campo, la prima generazione di farmaci biologici sta via via perdendo la sua protezione brevettuale e si prevede che dovrà affrontare una maggiore concorrenza a partire dall’ingresso dei biosimilari sul mercato. I biosimilari sono i prodotti farmaceutici sviluppati per avere proprietà simili a un farmaco biologico già approvato e la loro domanda è alimentata dai governi di tutto il mondo che cercano di ridurre i costi sanitari. Tra essi, quelli europei: la UE dal 2003 ha avviato un percorso per la loro approvazione e la tecnologia giocherà in questo un ruolo fondamentale, in particolare intervenendo sull’area della modellazione di simulazione fisiologica.

In Italia, un polo di eccellenza internazionale sul biotech pronto tra due anni, con un investimento da 85 milioni di euro e 105 persone che lavoreranno nell’hub con competenze professionali di alto profilo è quanto sta sviluppando a Parma il Gruppo Chiesi, player farmaceutico di primaria importanza internazionale e più grande azienda farmaceutica al mondo certificata B Corp.

L’iniziativa, che ha raccolto gli apprezzamenti del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti nel corso della presentazione al Mise, si inserisce in una costante attività di Ricerca & Sviluppo innovative, in cui il Gruppo investe oltre il 20% del fatturato – circa 480 milioni di euro nel 2021 – posizionando l’azienda al primo posto tra quelle farmaceutiche italiane per numero di brevetti.

Il nuovo polo, che sarà realizzato accanto all’attuale stabilimento produttivo di Parma, sfrutterà sul posto tecnologie e soluzioni innovative per garantire la massima sostenibilità ambientale, impegno per il quale l’azienda ha già ottenuto il rating A dalla Cerved Rating Agency. “Il Biotech Center of Excellence Plant rappresenta un passaggio strategico fondamentale per il Gruppo, che punta a creare in Italia non solo un avanzato centro di sviluppo e produzione, ma un hub di eccellenza a livello internazionale nella produzione di farmaci biologici al servizio dei pazienti – afferma Alberto Chiesi, presidente del Gruppo Chiesi -. L’obiettivo è sviluppare internamente soluzioni terapeutiche innovative, realizzando un’integrazione verticale del processo, dalle cellule al prodotto finito, e attraendo i migliori talenti e competenze tecniche dall’Italia e dal mondo. Il Centro sarà aperto alla collaborazione e alla realizzazione di progetti sinergici con altre realtà del settore, così da diventare un punto di riferimento innovativo per l’intero comparto farmaceutico e per il nostro Paese”.

Con questa iniziativa, il Gruppo Chiesi entra nel campo della produzione in Italia di proteine ricombinanti, compresi gli anticorpi monoclonali. “Una decisione – così dice il ceo Ugo Di Francesco –  che ci proietta verso il futuro della medicina e della scienza, ma anche verso una cultura aziendale sempre più incentrata sul paziente, in ogni fase del ciclo di sviluppo del prodotto”. I laboratori di Parma, infatti, saranno impegnato nello sviluppo e nella produzione di principi attivi – dalle cellule al farmaco finito – di anticorpi monoclonali (prodotti con tecniche di DNA ricombinante a partire da un unico tipo di cellula immunitaria), di enzimi e di altre proteine, fino al confezionamento per il mercato mondiale.

Nel settore, il Gruppo Chiesi ha chiuso recentemente partnership significative. Quella con Moderna – l’impresa biotecnologica pioniera delle terapie a base di RNA messaggero (mRNA) è divenuta protagonista delle cronache quotidiane sull’emergenza Covid – l’azienda sviluppa nuovi trattamenti contro l’ipertensione polmonare arteriosa. L’intesa con UCB, azienda biofarmaceutica internazionale il cui core business è caratterizzato dai farmaci e dalle soluzioni innovative in ambito respiratorio, apre invece allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di un anticorpo monoclonale contro un enzima associato alle malattie fibrotiche.

Un altro investimento del Gruppo traduce infine l’attenzione aziendale per la ricerca sull’Artificial Intelligence (AI). L’ingresso in Cyclica, impresa neo-biotecnologica canadese, punta a prevedere attraverso queste tecnologie le proprietà molecolari e a ridurre significativamente le percentuali di insuccesso e il tempo trascorso dalla sperimentazione al paziente.


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