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Borrell: “Non è tempo di diplomazia Presto nuove sanzioni contro Mosca”

di Domenico Pecile -


Dopo i carrarmati tedeschi, ecco i caccia F-16 di Grecia, Paesi Bassi, Danimarca, Romania e Portogallo. L’Italia potrebbe fornire Tornado. La questione della loro fornitura entra di prepotenza nel dibattito politico dei ministri degli Esteri. I micidiali aerei da combattimento dovrebbero sbarcare in Ucraina. L’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, sempre più nei panni dei falchi all’interno dello scacchiere internazionale, forte dell’appoggio incondizionato della Casa bianca suona la carica e promette minaccioso: “Finalmente si prepara il terreno per la fornitura”. Costringendo così l’Ue a prendere in seria considerazione l’opzione F16. Insomma, “in Ucraina non è il momento della diplomazia, ma delle armi”. Il primo a fare il tifo per Borrell – che infatti si augura che presto “possano essere implementate le sanzioni decise dal G7 nei confronti della Russia” – è ovviamente il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Che dal G7 di Hiroshima ha mandato a dire che l’invio di F-16 al suo Paese sarà un momento storico per l’Europa e per il mondo, perché “definirà l’architettura di sicurezza globale”. “Quando i nostri piloti – ha affermato – sapranno utilizzare gli F-16 e quando questi velivoli appariranno nei nostri cieli, questo avrà importanza non soltanto per l’Ucraina. Questo sarà un momento storico”. Zelensky ha anche precisato che uno scudo aereo può essere completo solo quando i sistemi di difesa aerea a terra vengono integrati con aerei moderni. E intanto, ha ringraziato i partner per i sistemi di difesa aerea forniti, vale a dire i Patriot, gli Iris-T, i Nasams, i Crotale, e i Samp-T inviati da Francia e Italia. Zelensky ha osservato che tali sistemi di sicurezza non solo forniscono protezione, ma creano anche un marchio globale di sicurezza per la democrazia. “Sono grato inoltre – ha aggiunto – per la decisione di addestrare i nostri piloti su caccia moderni”. Una partita, quest’ultima, che vede coinvolto a pieno titolo anche il nostro Paese. È vero che l’Italia non dispone più di questi aerei avendoli riconsegnati agli americani nel maggio del di 11 anni fa, ma può tuttavia garantire l’addestramento. Nel dichiararsi molto soddisfatta del contributo portato dall’Italia a questo G7 e prima di arrivare nell’Emilia Romagna (“la mia coscienza mi impone di tornare”), il premier Meloni aveva dichiarato che “siamo considerati dei partner seri, credibili e affidabili. Si è discusso della difesa e del sostegno politico all’Ucraina da parte dell’Italia e dei primi risultati della visita a Roma dello scorso 13 maggio. È necessario migliorare le nostre capacità, compreso l’addestramento dei nostri piloti di difesa aerea”. Secondo il generale Leonardo Tricarico, capo di Stato maggiore dell’aeronautica dal 2004 al 2006 l’aggiornamento degli ex istruttori orami pensionati e quello tutto in servizio sarebbe molto breve. Ma Borrell ha garantito che “l’addestramento dei piloti è già iniziato e auspicio che molto presto si potrà rifornire l’Ucraina di questi apparecchi”. Come noto, la fornitura di questi fighter jets fino a questo momento aveva provocato non poche divisioni e non meno remore tra i Paesi dell’Unione. “Non credo – ha commentato Tobias Billstrom, ministro degli Esteri della Svezia, Paese con la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. Semmai, “tutto questo accresce la pressione sulla Russia”. Quindi, “nessun problema, semmai sarebbe un problema per la Russia, e il presidente degli Stati uniti è stato molto chiaro”. Sempre dal G7 di Hiroshima, il presidente degli Stati uniti, Joe Biden, nel confermare i nuovi aiuti all’Ucraina, ha precisato che questi includeranno munizioni, artiglieria e veicoli corazzati. Una nota pubblicata dal Dipartimento della Difesa Usa ha precisato che il pacchetto di aiuti ammonterà a 375 milioni di dollari, è includerà ulteriori munizioni per obici da 155 millimetri e per i sistemi lanciarazzi multipli Himars. Ma gli Stati uniti forniranno anche sistemi anticarro Tow e Javelin, proiettili a guida laser e da demolizione, veicoli per la prima assistenza medica, sistemi per il supporto logistico e componenti di ricambio. Nella stessa nota, il Dipartimento della Difesa ha anche sottolineato che gli Stati uniti ”continueranno a lavorare con i loro allearti e partner per fornire all’Ucraina le capacità necessarie a fare fronte alle esigenze immediate sul campo di battaglia e ai requisiti di assistenza alla sicurezza a lungo termine”. E a margine degli annunci di guerra, ha riferito che il Consiglio dell’Ue e i suoi Sati membri hanno concordato anche un nuovo patto sulle cosiddette missioni civili dell’Unione, nell’ambito del rafforzamento della politica di difesa e di sicurezza comune previsto dalla Bussola strategica. Il patto mira a rafforzare l’aspetto civile della politica di sicurezza e di difesa comune e a migliorare “l’efficacia, l’impatto, la flessibilità e la solidità delle missioni civili. Più di 2.200 donne e uomini- ha aggiunto l’Alto rappresentante Borrell – lavorano in 13 missioni civili dell’Ue in tre continenti. Reagiscono a una varietà di situazioni, dal monitoraggio della crisi, al rafforzamento delle capacità dei Paesi partner, al sostegno, al lavoro della polizia o della magistratura. Con il nuovo patto, renderemo le nostre missioni più efficaci agendo più rapidamente, proteggendoci da minacce nuove ed emergenti, investendo in maggiori e migliori capacità civili e cooperando maggiormente con i nostri partner”.

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