Brasil Connection, quando gli interessi contro l’Italia si fanno bipartisan: non è questione di sinistra o destra
Brasil Connection, quando gli interessi contro l'Italia si fanno bipartisan: non è questione di sinistra o destra. Prima la Lega, oggi il Pd: il filo conduttore è l'astio contro il nostro Paese.
Luis Roberto Lorenzato (Lega) e Fabio Porta (Pd) passato e presente della rappresentanza degli italiani all’estero-America Meridionale
Brasil Connection, quando gli interessi (che vanno contro l’Italia), sono bipartisan e non è questione di sinistra o destra. In effetti, a ben guardare, nella vicenda che vede interessati, a vario titolo, esponenti politici italiani di ieri e di oggi e altrettante figure di spicco brasiliane in una storia tutt’altro che limpida, c’è un filo conduttore che accomuna entrambe le “sponde politiche oriunde”.
Infatti è di questi giorni la storia che vede coinvolto Fabio Porta, deputato del Partito Democratico, e di cui vi abbiamo raccontato per filo e per segno, e di come l’esponente dem sembrerebbe più vicino agli interessi brasiliani che a quelli italiani. Il denominatore comune con il predecessore di Porta – di cui vi parleremo a breve – è un astio contro il nostro Governo e le alte cariche dello Stato, a partire dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Astio ma anche accuse pesanti e inaccettabili che arrivano da chi, dall’Italia, ha ricevuto molto senza farsi vedere quasi mai. Dove? In Parlamento. A spese dei contribuenti quindi, di quelli che – in Italia – pagano le tasse per avere dei servizi che si riducono, per questioni di limiti di spesa, anno per anno. La nostra preoccupazione, in realtà, è che la rappresentanza degli italiani all’estero si trasformi in rappresentanza (o dovremmo dire più ingerenza?) di interessi stranieri in Italia. Accordi resi possibili sfruttando canali istituzionali e in nome della Repubblica Italiana ma che invece farebbero gli interessi sì, ma di quale nazione?

Luis Roberto Lorenzato (Lega) e Fabio Porta (Pd) passato e presente della rappresentanza degli italiani all’estero-America Meridionale
Il caso Luis Roberto Lorenzato
Per capire meglio la gravità del caso dobbiamo fare un passo indietro, a quando Luis Roberto Lorenzato è stato deputato della Lega dal 2018 al 2022. Ebbene, per 14 mesi, durante la pandemia, Lorenzato è rimasto in Brasile, suo Paese natale, senza mai presentarsi in Aula. Il tutto continuando ovviamente a percepire gli emolumenti da deputato, con un “bottino” tra i 150 e i 180 mila euro. Mai balenata, ovviamente, l’idea di dimettersi per non restare a carico dei contribuenti italiani. Ma lì in Brasile si è dato da fare, eccome. Fino ad arrivare ai giorni nostri, quando l‘ex parlamentare leghista ha accusato l’Italia di fare terrorismo con la legge anti-oriundi.

Luis Roberto Lorenzato (Lega) con Jair Messias Bolsonaro e il vicepremier Matteo Salvini
Un attacco frontale al ministro Tajani che come persona potrebbe anche lasciar perdere ma, come Istituzione, non dovrebbe soprassedere, anche per rispetto alla sua funzione, nella sua dimensione di rappresentante del Stato.

Antonio Tajani – vicepremier e ministro degli Esteri
Poco tempo fa Lorenzato, approfittando di uno spazio Instagram di una nota trasmissione televisiva brasiliana (portando i suoi ‘conterranei d’oltreoceano’, dato il suo passato da componente della Camera, a credere che sia una ‘posizione istituzionale’) è entrato a gamba tesa in una vicenda che noi de L’identità seguiamo e conosciamo bene da tempo. Quella della fabbrica dei bambini e del caso dell’avvocato Nunzio Bevilacqua in Brasile. Una storia che si è rivelata essere la punta di un iceberg tra torbidi affari locali e frodi giudiziarie, fino ad arrivare alle minacce di morte contro lo stesso Bevilacqua e manipolazioni dell’investigazione difensiva del di lui avvocato penalista Edson Ribeiro.
Lorenzato entra a gamba tesa nel caso Bevilacqua e attacca l’avvocato italiano
Infatti, Lorenzato ha pubblicato un post in cui ha preso le difese dell’italobrasiliana Barbara Zandomenico Perito, al centro della tentata truffa ai danni di Bevilacqua. “LEI (Zandomenico Perito, ndr) HA FATTO BENE A RESTARE IN BRASILE (sottraendosi all’accertamento giudiziario di un Paese come l’Italia di cui la ragazza è cittadina e di cui chi scrive è stato ‘rappresentante’ per quattro anni, ndr). Lui (Bevilacqua, ndr) avrebbe dato questo ‘spettacolo schizofrenico’ (non è chiaro perché non si sia rivolto direttamente all’avvocato italiano ed abbia mosso allo stesso queste asserzioni, ndr) dopo la nascita per stare con la figlia (figlia di chi? Cosa ne sa il predecessore di Fabio Porta? Visto il collegamento con quei territori nel Sud del Brasile, dovrebbe essere sentito dall’autorità giudiziaria italiana come persona informata sui fatti, ndr) e allontanare la madre.
Questa è una cosa tipica in Italia!!! (stiamo parlando di uno che ha rappresentato l’Italia e che dice che è un classico dell’Italia per un uomo far venire una donna straniera per poi sottrargli il minore!!! Fa grossa confusione con altri Paesi, probabilmente, l’ex parlamentare della Lega, ndr).

Post Instagram di Luis Roberto Lorenzato – trasmissione brasiliana ‘Fantastico’ – O Globo – ripostata da Barbara Zandomenico Perito
In sostanza, il politico (per di più giurista), dichiaratamente vicino ai Bolsonaro, che fino a poco tempo fa era in forza (anche se assente) al Parlamento italiano, infanga il nostro Paese e denigra la nostra giustizia – nonostante il nostro sistema sia più garantista di quello brasiliano (se persone che hanno ottenuto la doppia cittadinanza scappano dal Brasile in Italia per sottrarsi ad una giustizia oggi – come dicono loro stessi – politicizzata e comunque con standard di garanzie inferiori all’Europa e agli Stati Uniti, ndr) per attaccare l’avvocato Bevilacqua, che in questa storia è la parte offesa – non dimentichiamolo.
Lorenzato e Porta nel giro degli italo-brasiliani che sono italiani quando gli pare a loro
E tutto questo quando Lorenzato prima e Porta dopo, hanno ‘cavalcato’ e beneficiano in prima persona del giro degli italo-brasilani che ottengono prima cittadinanza, passaporto e benefici ma poi quando si tratta di sottostare alle leggi del Paese di cui si dichiarano cittadini, o alla sua giustizia, si proclamano brasiliani, spesso sostenendo la ‘ciclica fandonia’ di lesioni dei diritti umani o, addirittura, la fantasiosa accusa di xenofobia (non hanno mai spiegato – forse proprio perché serve solo a distrarre dal tema principale – se lo intendono nei confronti del cittadino già con doppia cittadinanza, o del brasiliano che aspirerebbe, solo qualora vi siano i requisiti di legge, a quella italiana).

Carla Zambelli – italo-brasiliana deputata federale brasiliana e membro del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro – rifugiata in Italia
A parte che i diritti umani sono qualcosa di totalmente diverso che non comprende un’inesistente “facoltà di ledere l’altrui diritto” né, tantomeno, di scegliersi la giurisdizione del Paese che si preferisce ‘caso per caso’ (i ‘doveri da italiano’ andrebbero spiegati a chi cerca il passaporto, ndr), nel caso di chi persegue i propri interessi invece che quelli di legalità e sovranità dell’Italia, ci accusano pure di ogni nefandezza.
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