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Brennero: il giallo del ricorso, la stizza di Salvini

di Angelo Vitale -


Brennero, la Commissione Europea “non ha ancora ricevuto” dall’Italia “un ricorso ex articolo 259” del Tfue riguardante la querelle con l’Austria per il transito dei mezzi pesanti attraverso il passo e il territorio del Tirolo. Lo ha fatto sapere il portavoce dell’esecutivo dell’Unione europa per i Trasporti, Adalbert Jahnz, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, dopo che il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato che l’Italia ha intenzione di portare l’Austria davanti alla Corte di Giustizia, in base all’articolo 259, nel contesto del contenzioso, che si trascina da anni e che vede coinvolta anche la Germania.

L’articolo in questione prevede una procedura: “Ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di Giustizia dell’Unione Europea quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati. Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a quest’ultimo incombono in virtù dei trattati, deve rivolgersi alla Commissione. La Commissione emette un parere motivato, dopo che gli Stati interessati siano posti in condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali. Qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda, la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte”.

Ieri Salvini era stato durissimo, rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative in relazione alla limitazione da parte del governo austriaco del transito dei trasportatori italiani verso l’Austria e il relativo territorio attraverso il corridoio del Brennero: “Dopo quattro anni di inerzia della Commissione, abbiamo deciso d’intesa con il governo Meloni di attivare formalmente la procedura prevista dall’articolo 259 del Tfue, che conferisce a uno Stato membro la facoltà di presentare ricorso davanti alla Corte di giustizia europea contro uno Stato membro per violazione del diritto euro-unitario. Si tratta sicuramente di un gesto forte, inusuale e con pochi precedenti ma necessario. Questa attività è generalmente compito della Commissione, tuttavia la presidente Von der Leyen non ha firmato l’avvio della procedura. A questo punto confidiamo nella giustizia della Corte europea europea. Non si può pontificare a spese dell’Italia cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa blindando il confine del Brennero. Questo governo porrà fine a questa vergogna”.

“Siamo di fronte a un atto di violenza e di arroganza politica e istituzionale da parte di un governo di un Paese membro dell’Ue a cui dobbiamo porre fine”, aveva aggiunto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti. “Le limitazioni sono state introdotte dall’Austria sulla carta per ragioni di natura ambientale, ma l’ambiente non c’entra assolutamente nulla. E’ semplicemente concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani, tedeschi e dell’intero continente europeo”.

“Tali divieti unilaterali austriaci sono pertanto inaccettabili e insostenibili”, aveva precisato, “perché bloccano il principale asse di collegamento tra Nord e Sud Europa nel momento in cui stiamo investendo miliardi di euro per il tunnel di base ferroviario del Brennero. Il governo ha da subito manifestato la propria contrarietà a queste limitazioni. In occasione del recente Consiglio europeo dei trasporti ho evidenziato insieme al collega tedesco la necessità di intervenire con urgenza sulla questione. Ora gli uffici del mio ministero assieme a Palazzo Chigi stanno lavorando alla predisposizione del dossier”.

Poi, la stizza per l’annuncio del ricorso non arrivato. “La Commissione Europea sa, da anni, che esiste un problema austriaco al Brennero. Eppure, a Bruxelles chiacchierano e da Vienna continuano gli atti di arroganza: a ottobre il vicepremier e ministro Matteo Salvini sarà al valico di persona”, riferiscono fonti del Mit.

 

 


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