Ambiente

Brescia, il maltempo ha fatto salire la falda, allarme alla Caffaro

di Ivano Tolettini -


Il maltempo di questi giorni, con le piogge incessanti che hanno colpito anche il Bresciano, hanno fatto scattare l’allarme rosso alla Caffaro Brescia, l’azienda dei veleni per la quale è in corso il processo per disastro ambientale contro l’ex proprietario Antonio Todisco e tre manager. Il motivo del forte allarme è causato dalla falda che si è alzata di Del resto, il pericolo come scrive il giudice è che “l’acqua scaricata oltre un metro e mezzo nelle ultime settimane, e pertanto c’è il rischio che i prodotti chimici dal sottosuolo sversino nelle acque di superficie. A lanciare l’allarme è la multiutility A2A, che sta gestendo la barriera idraulica dopo l’intervento della magistratura nel 2021, e che è stata costretta ad aumentare di quasi il 30% l’emungimento dell’acqua di falda, da 850 metri cubi d’acqua l’ora a 1.100, per impedire che l’acqua salga e di conseguenza i policlorobifenili e altri prodotti chimici causino un disastro ancora maggiore. A comunicarlo è stata la stessa A2A tramite i propri rappresentanti durante l’audizione in Commissione comunale Ambiente di martedi 22 maggio. L’obiettivo di A2A, infatti, è quello di continuare a tenere la falda il più bassa possibile per impedire che il preoccupante fenomeno amplifichi l’inquinamento con il quale la Leonessa d’Italia è alle prese nello storico sito chimico. La vicenda ambientale, di cui anche L’identità si è occupata in altre occasioni, è tornata d’attualità nel febbraio 2021 quando il gip Alessandra Sabatucci firmò alcuni provvedimenti cautelari a carico dei principali indagati, a cominciare proprio da Antonio Todisco, ritenendolo l’artefice di un sistema centrato su “un’attività produttiva dello stabilimento – come scrive il giudice – posta in essere con le modalità abusive e nocive per l’ambiente, che sta espandendo al di fuori del perimetro aziendale il fronte della contaminazione sia in senso orizzontale (si fa riferimento all’attuale compromissione del reticolo idrico delle rogge circostanti il Sito industriale) che in verticale, stante l’inquinamento dell’acqua di falda sia per nuove fonti di contaminazione da cromo VI che per lo scarso pompaggio dei sette coni di emungimento”. Da quel 3 febbraio 2021 le cose sono cambiate perché la procura della Repubblica ha ottenuto dalla Caffaro Brescia srl, oggi in liquidazione e che fa riferimento all’industriale pisano della chimica Todisco, la realizzazione di una barriera idraulica ancora più efficace per contrastare il rischio di inquinamento. Perciò in questi mesi, poiché è da febbraio che le piogge hanno cominciato a cadere con insistenza al Nord, si è assistito all’innalzamento della falda che ha come conseguenza la necessità che bisogna emungere più acqua per evitare il peggioramento della crisi ambientale innescata dallo storico polo chimico e, secondo gli inquirenti, aggravata dalla Caffaro Brescia di Todisco, che a partire dal 2011 ha prodotto pastiglie per la potabilizzazione degli acquedotti. Questo avrebbe avuto un effetto distorsivo sull’ambiente, tanto che oltre a Todisco sono a processo anche i manager Alessandro Quadrelli e Alessandro Francesconi. Del resto, come scrive il giudice Sabatucci il rischio è che “l’acqua scaricata senza un completo trattamento e, dunque, ancora più inquinata viene immessa nel reticolo di rogge a valle del sito Caffaro, con la conseguenza che la stessa continua a contaminare sia le acque superficiali, sia i sedimenti delle rogge di un territorio di valle per circa 22 chilometri, estendendosi addirittura anche oltre l’area di perimetrazione attuale del Sin”. Anche il sindaco Laura Castellotti, eletta un anno fa, è in prima fila nel monitorare un fenomeno che preoccupa e che proprio per effetto delle incessanti piogge di queste settimane si è appesantito, come i responabili di A2A hanno riferito in Comune. Questo ovviamente ha aumentato anche i costi perché c’è bisogno di molta più energia elettrica per la gestione della barriera idrauliac e il sollevamento dell’acqua di falda. Un tema che preoccupa una città di 200 mila abitanti e una provincia di oltre 1,2 milioni di residenti, che per effetto dell’industrializzazione ha anche non pochi problemi di inquinamento. Frattamento, sono iniziati i lavori di bonifica dell’area con l’abbattimento dei capannoni da parte di Greenthesis, Acr che è partecipata da Hera e Nico, sotto il coordinamento del commissario straordinario Mauro Fasano che deve gestire questa delicata fase. Il rischio di aggravare l’inquinamento a causa del sollevamento della falda per la pioggia era però imprevedibile.


Torna alle notizie in home