Brigitte Macron: “Esci da questo corpo!”
La Francia brucia, ma Emmanuel Macron fa causa per un pettegolezzo
Mentre mezza Europa si interroga su come arrivare a fine mese, l’altra metà su come non finire in guerra, l’Eliseo si concentra su un punto essenziale per il futuro del continente: il genere di Brigitte Macron.
È notizia recente che Emmanuel Macron e consorte abbiano fatto causa a Candace Owens, commentatrice americana nota più per il tono che per la precisione, accusandola di aver sostenuto pubblicamente – con zelo quasi religioso – che Brigitte non sarebbe una donna, ma il fratello Jean-Michel Trogneux travestito e reinventato. Una teoria che circola da anni tra blog paranoici e video con musica inquietante, ma che ora approda in tribunale, nello stato del Delaware, con tanto di fascicolo da 218 pagine. Per capirci: più lungo della Costituzione francese, meno utile.

Il presidente della modernità
Macron, che ama definirsi “presidente della modernità”, sembra improvvisamente molto interessato a ciò che è biologico, certificato e in perfetto ordine di genere. Un’attenzione quasi tenera, se non fosse che nel frattempo in Francia l’inflazione galoppa, i treni scioperano, l’estrema destra avanza e il malcontento sociale bussa alla porta con una certa insistenza. Ma il presidente, invece di occuparsi della pentola a pressione, si dedica all’etichetta del coperchio. O, meglio, all’etichetta della moglie.
Certo, difendere la propria partner è nobile. Ma trasformare una teoria bizzarra in una questione legale internazionale fa pensare che a Macron, in fondo, il teatrino non dispiaccia. Del resto, è pur sempre un uomo che si è costruito un’immagine da eroe romantico: lei professoressa, lui adolescente geniale, un amore oltre le convenzioni. Un po’ Flaubert, un po’ Netflix. Se poi la sceneggiatura rischia di incrinarsi, ecco la controffensiva: trasformare l’attacco in grande battaglia etica. O almeno provarci.
Nel frattempo, la Francia – quella reale – guarda altrove. Le famiglie non chiedono di conoscere il nome di battesimo di Brigitte, ma di capire perché la spesa costa il doppio. I giovani non cercano certezze sul genere, ma sul lavoro. E l’Europa, se ha ancora tempo per le identità, forse dovrebbe riservarlo a quelle culturali, politiche, persino energetiche.
La République è davvero in pericolo?
E poi, anche se Brigitte fosse davvero Jean-Michel? Avremmo comunque una première dame con più senso dello stile e più grazia di molti capi di Stato. Sempre presente, mai invadente, impeccabile anche sotto assedio. Se è un attore, è bravo. Se è una donna, lo è con naturalezza. Se è entrambe le cose, tanto meglio.
Il paradosso, in fondo, è che chi oggi urla “scandalo!” per una presunta identità nascosta, è spesso lo stesso che si traveste da paladino della verità ogni due giorni. E Macron, invece di restare al di sopra del fango, ci si è buttato dentro con il papillon ben stretto.
Brigitte o Jean-Michel? A preoccuparci dovrebbe essere un’altra domanda: dove sono finite le priorità di chi ci governa? Perché se l’Eliseo perde tempo a combattere pettegolezzi, allora sì, la République è davvero in pericolo. Anche se indossa un tailleur perfetto.

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