Esteri

BRUCIA L’INTELLIGENCE

di Ernesto Ferrante -


È di un morto e due feriti il bilancio dell’incendio che si è sviluppato in un edificio del servizio di intelligence interna (Fsb) a Rostov, nel sud della Russia. A causarlo sarebbe stato un cortocircuito. “E’ stato accertato che la causa dell’incendio è un cortocircuito nell’impianto elettrico all’interno dell’edificio. Il propagarsi dell’incendio ha provocato l’esplosione di contenitori con carburante e lubrificanti”, ha scritto il governatore regionale Vasily Golubev sul suo canale Telegram.
Golubev ha aggiunto che i residenti delle case vicine al luogo dell’incidente sono stati evacuati per motivi di sicurezza. “E’ in corso un’indagine”, ha riferito il governatore.
Per gli ucraini è la prova di un “conflitto interno”. “Qualsiasi edificio dell’Fsb che brucia o che esplode in Russia, in particolare nella regione di Rostov, indica chiaramente una manifestazione di panico, indebolimento del controllo del potere e transizione verso un grave conflitto interno”, ha twittato il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Podolyak. “L’Ucraina non interferisce, ma guarda con piacere”, ha commentato sarcasticamente.
Le forze russe stanno conducendo offensive contro Lyman, Avdeevka, Mariinka e Shakhtarsk nell’oblast di Donetsk. La Wagner ha espugnato Zaliznyanskoye, un piccolo insediamento situato a circa nove chilometri a nord-ovest di Bakhmut. L’accerchiamento della città diventa ogni giorno più asfissiante.
La Polonia nei prossimi giorni trasferirà quattro Mig-29 a Zelensky. Ad annunciarlo è stato il presidente Andrzej Duda nel corso di una conferenza stampa. Altri aerei di fabbricazione sovietica dello stesso tipo saranno inviati dopo essere stati riadattati.
Di aiuti militari ha parlato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Particolarmente importante è fornire rapidamente all’Ucraina le munizioni necessarie. Nel corso del Consiglio Europeo decideremo su altre misure assieme ai nostri soci della Ue per garantire forniture migliori e più continue”, ha detto il cancelliere intervenendo al Bundestag in vista del vertice dei capi di stato e di governo dei 27 della prossima settimana.
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, è tornato a battere cassa con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Rivelando su Twitter il contenuto del colloquio telefonico avuto con lui, Kuleba ha spiegato di aver discusso della “formula di pace” proposta da Kiev per porre fine al conflitto e della consegna di munizioni per l’artiglieria.
Il capo della diplomazia ucraina ha anche sentito il suo omologo cinese Qin Gang, con il quale ha affrontato il delicato tema del “principio di integrità territoriale”, sottolineando “l’importanza della iniziativa di pace di Zelensky per mettere fine all’aggressione e riportare la pace in Ucraina”.
La Russia avrebbe ritirato 20 navi e molte unità della sua flotta ausiliaria nel Mar Nero. Lo ha reso noto la portavoce del comando meridionale ucraino, Natalia Humeniuk, definendo quella dei nemici “un’attività atipica”. Le unità navali russe attualmente di stanza nel Mar Nero includono quattro vettori missilistici, ha precisato Humeniuk alla televisione nazionale.
Secondo il comando sud, il ritiro potrebbe essere spiegato con il loro utilizzo nella ricerca del relitto del drone americano recentemente abbattuto da un jet russo.

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