Esteri

Bugie e manomissioni, la commissione d’inchiesta contro Trump è una farsa

di Davide Romano -


Accuse false contro l’ex presidente accusato di aver “acceso la fiamma” nell’assalto al Campidoglio

Due ore in diretta a reti unificate tra bugie, video montati ad arte e l’accusa di aver guidato “il tentato golpe” al Campidoglio. Taylor Budowich, portavoce di Donald Trump, non ha tutti i torti quando definisce “un circo” la commissione d’inchiesta della Camera Usa sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. “Questa non è un’udienza legislativa, è una produzione televisiva” ha commentato il portavoce del tycoon. “Non c’è bisogno di un produttore esecutivo, video montati e di uno show con sceneggiatura nel prime time se la cosa importante è la verità o se si ritiene di avere i fatti”. Nella prima udienza della commissione presieduta dal deputato democratico Bennie Thompson sono state presentate immagini inedite, testimonianze e un filmato di oltre dieci minuti. Un impianto accusatorio messo in piedi con un solo obiettivo: dimostrare il coinvolgimento diretto di Donald Trump negli scontri di Capitol Hill, che nelle parole dei membri della commissione diventano “un’insurrezione armata” volta a realizzare un vero e proprio colpo di Stato.

Tra gli accusatori dell’ex presidente anche la deputata repubblicana Liz Cheney, figlia di Dick, il vicepresidente più potente della storia Usa ed esponente di quei neocon nemici da sempre di The Donald. La primogenita dell’ex vice di Bush ha esposto “il sofisticato piano in sette punti” che Trump avrebbe ordito per capovolgere il risultato del voto e restare al potere, fornendo anche delle “prove”. Una di queste consiste in un video degli scontri del Campidoglio con Trump che commenta “sono delle persone pacifiche, sono delle persone fantastiche”. Peccato che l’audio facesse riferimento ad un altro video: un’intervista dell’11 luglio 2021 rilasciata da Trump a Fox News, in cui l’ex inquilino della Casa bianca commentava le immagini della manifestazione pacifica che si è svolse a più di un miglio di distanza dal luogo dell’assalto. La commissione ha evidentemente montato il video in modo ingannevole, con l’obiettivo di dimostrare il sostegno dell’ex presidente alle violenze del 6 gennaio 2021. Un documento mostrato senza alcun contraddittorio, in diretta nazionale e senza che fosse concesso alla controparte di ribattere.

Nel corso dell’udienza è stato più volte affermato che “2000 rivoltosi hanno fatto irruzione nel Campidoglio” causando, secondo il deputato democratico Pete Aguilar, “la morte di cinque agenti di polizia”. Anche questa è una notizia falsa, dato che l’unica vittima degli scontri del 6 gennaio 2021 fu Ashli Babbitt, veterana militare disarmata che venne colpita da un colpo esploso da un agente di polizia. Come denunciato dal popolare giornalista di Fox News, Tucker Carlson, il conteggio include anche alcuni agenti che si sono suicidati nelle settimane successive agli scontri. Hill Brian Sicknick fu l’unico agente di polizia a morire quel giorno, ma non dopo “essere stato picchiato a morte dai manifestanti con un estintore” come affermato in diretta dai giornalisti di Cbs e Cnn, ma solo alcune ore dopo la fine delle violenze, nel suo ufficio a causa di un ictus, come dimostrò l’autopsia eseguita dal medico legale. Anche qui le notizie sono state raccontate in un contesto falso a milioni di telespettatori americani.

Di fronte alla debolezza delle “nuove evidenze” che proverebbero il coinvolgimento di Trump, la commissione d’inchiesta ha puntato molto sulle testimonianze. Tra tutte spiccano quelle dell’ex ministro della Giustizia, William Barr, che ha ribadito di aver “detto più volte a Trump che non credevo che le elezioni fossero state rubate”, e quella della figlia Ivanka che conferma sostanzialmente quanto affermato da Barr. L’inchiesta della Camera contro Trump sembra dunque un’operazione raccogliticcia e approssimativa, considerando anche che l’ex inquilino della Casa bianca era già stato assolto da un procedimento di impeachment nel febbraio 2021 in cui gli erano state mosse le stesse accuse. Gli elementi di novità di questa inchiesta non sembrano in nessun caso giustificare un nuovo processo a Trump e sembra più che altro un tentativo per indebolire ulteriormente la figura del tycoon in vista delle prossime elezioni di midterm che si terranno a novembre, nel disperato tentativo di rafforzare la maggioranza di un Joe Biden in crollo nei sondaggi.


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