Attualità

Buon viaggio Lucia tanto tornerai

di Maurizio Gasparri -

MAURIZIO GASPARRI POLITICO


Quando Elio Vittorini, celeberrimo intellettuale, ruppe i suoi rapporti con il PCI, Togliatti, allora leader dei comunisti italiani, commentò sarcastico, usando il dialetto napoletano che a lui non era familiare: “Vittorini se n’è ghiuto, e soli ci ha lasciato”. Come dire che il Partito Comunista se ne sarebbe fatto una ragione. Considerate le venature comuniste che hanno sempre caratterizzato la militanza giovanile, ma anche poi l’impegno giornalistico di Lucia Annunziata, dedico a lei le frasi di Togliatti. Almeno cito un autore che certamente le è caro almeno quanto Che Guevara e molti altri. Conosco bene Lucia Annunziata. Ero Ministro delle Comunicazioni quando una ventina di anni fa si dimise da presidente della Rai. Poi nella Rai è tornata conducendo una trasmissione con piglio molto autorevole. E più di una volta scherzando le ho detto: “Lucia tu sei una delle padrone sostanziali della Rai!”, e quando lei negava questa circostanza le facevo presente: “La tua trasmissione si chiama ‘In Mezz’ora’ e ormai dura due, tre ore il pomeriggio della domenica. Più dimostrazione di padronanza di questa, nemmeno il nome avete dovuto cambiare per dire ‘molte ore’ sulla Rai più che In mezz’ora”. Lucia Annunziata se ne va per sua scelta. L’amministratore delegato, da poco nominato, Roberto Sergio, aveva confermato il celebre programma nel palinsesto del servizio pubblico. Come avrebbe confermato Fazio. Se ne vanno inseguendo o maggiori guadagni, o traguardi politici o quel che comunque desiderano, e fanno pure le vittime. Hanno occupato per decenni lo spazio della televisione pubblica invitando chi volevano e insultando chi non gradivano e ora sembrano quasi dei martiri. Lucia Annunziata nelle sue dichiarazioni cerca di attenuare questo tipo di condizione. Ma in realtà cerca di buttarla lei in politica. Ricordo quando si indignava, lei più di noi, per i programmi satirici che ne facevano un’imitazione indubbiamente graffiante per il suo ruolo di “bresidende di garanzia”. Io ho sempre sopportato imitazioni e satira, che sono a volte una fonte di fama, lei invece ha molto sofferto quelle forme di scherno. E lo so per esperienza personale e diretta. Insomma non sono martiri. Sono i padroni sostanziali della Rai. E alla Schlein dico che, invece di fare appelli retorici, faccia una telefonata a Lucia Annunziata. Era stata confermata nel palinsesto. Non sembra che il suo ampio spazio sia stato assegnato a qualcun altro. Chieda scusa, ritorni sui suoi passi e continui a fare la sua televisione, certamente faziosa, certamente aggressiva nei confronti di chi non la pensa come lei. Non lo può negare. Ho letto su un giornale, in queste ore, che sembra che nel suo attivismo giovanile abbia lanciato dei cubetti di porfido anche a Lama durante una celebre contestazione che ebbe luogo all’università di Roma nel 1977. Non so se sia vero o meno e non sta a me accertarlo. Però abbiamo visto come ha trattato il ministro Roccella qualche settimana fa. Un conduttore ha diritto alle sue idee, ci mancherebbe altro. Poi deve esprimerle. Ma aggredire l’ospite non è una cosa corretta. Poi non parliamo di Fazio che non rende nemmeno conto con trasparenza dei soldi che ha speso. Dice che ne ha fatti incassare tanti di pubblicità. Ma quando io con una interrogazione in queste ore, ho chiesto alla Rai, tramite la Commissione parlamentare di Vigilanza, di sapere quanto vengono pagati autori, ospiti e quant’altro, mi vedo rispondere che, siccome alla Rai paga direttamente la società di produzione, la Rai non sa quanto i vari autori, ospiti, direttori della stampa, editorialisti di Repubblica, abbiano incassato. Ci vuole trasparenza Fazio. ‘Che tempo che fa’ non è certo la loggia P2 di Licio Gelli. È un luogo libero che dovrebbe rendere conto di come ha speso nel dettaglio i soldi dei cittadini. Ma non lo possiamo sapere, non lo dobbiamo sapere. Quindi non inseguiremo il plurimilionario Fazio. Che si arricchì anche ai tempi del suo ingaggio da parte di La7, subito interrotto con generoso compenso di non so quanti miliardi di lire dell’epoca.

Nelle nomine sento dire da Travaglio, in televisione, citando Dagospia, che il Pd avrebbe ottenuto nove poltrone, che numerose sarebbero andate ai grillini. Non ricordo a ruoli inversi, una generosità simile da parte della sinistra, ammesso che si possa dare un’etichetta e una targhetta a tutti i vari direttori del servizio pubblico televisivo. Pratica che non mi è mai piaciuta e che, anche in questo caso, potrebbe essere arbitraria. Comunque la sinistra, come si suol dire, ‘chiagne e fotte’, uso un antico detto. Occupano tutto, decidono tutto e fanno pure le vittime. E quindi se Lucia Annunziata vuole fare questa sceneggiata noi ce ne faremo una ragione. Tanto come si dimise da presidente della Rai per poi tornare a comandare dentro la Rai, sono convinto che anche a queste dimissioni poi succederà un nuovo ritorno. E casomai un’altra dimissione, un altro ritorno e tutti vissero felici e contenti. Anche Lucia Annunziata. Che forse non ha lanciato i cubetti di porfido, come ha detto oggi la cronaca di un giornale, nel 1977, ma che di secchiate di astio verso quelli che non la pensano come lei ne ha lanciate tante. E non in mezz’ora e in molte ore, ma per decenni e decenni. Buon viaggio Lucia, la Rai attende il tuo ritorno. E se lo vuoi attuare già domani lo spazio mi pare che te lo avessero assegnato e sei tu che l’hai rifiutato facendo la martire di un martirio che non c’è mai stato.


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