Bus Mestre, ipotesi e dinamica dell’incidente: “Nessun urto”
(Adnkronos) – Un malore o un incidente legato al traffico che si è trasformato in un volo nel vuoto che è costato la vita a 21 persone, tra cui l’autista alla guida. La dinamica di quanto avvenuto sul cavalcavia di Mestre, dove un bus elettrico ha sfondato un doppio guardrail e ha preso fuoco dopo l’impatto, è ancora tutta da chiarire, ma le telecamere presenti e le due ‘scatole nere’ sul mezzo potrebbero aiutare. “Non c’è stato nessun urto con altri mezzi”, afferma Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia. In un’immagine che riprende il bus elettrico pochi istanti prima dello schianto si vede che “era affiancato da un altro mezzo” un pullman, “ma non risulta alcun segno su questo mezzo, tanto più che l’autista si è fermato e ha tentato di intervenire con l'estintore”.
“È stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio plurimo stradale” e al momento “non ci sono indagati”, spiega il procuratore capo di Venezia. L’autobus viaggiava sulla corsia di destra, in pieno rettilineo, a una velocità ridotta a causa del “molto traffico” e “dalle immagini si vede un affiancamento”, spiega l’assessore veneto alla Mobilità Renato Boraso, ma servirà una valutazione più approfondita per capire cosa sia successo pochi secondi dopo. Sul tratto di strada comunale dove è avvenuto l’incidente sono in corso lavori per ammodernare il cavalcavia tra cui anche la sostituzione dei guardrail. “Sul tema della sicurezza del nostro Paese, noi è dal 2016 che abbiamo cominciato il monitoraggio e le perizie. Dopo il Ponte Morandi noi ci siamo preoccupati di un cavalcavia che è del 1930”, dice Boraso, “si vede che è vecchiotto”. Il “guardrail è a norma” ma, precisa l’assessore, “rispetto alla norma di quando è stato messo”. Al momento “c’è un doppio guardrail, però è da sostituire”. I lavori, da 6,5 milioni di euro, “sono in corso da un mese. Rifacciamo tutte le asfaltature e tutta la cordonata a cui vanno agganciati i nuovi guardrail, perché se si guarda la cordonata, si capisce che anche mettendone dieci di guardrail, se uno perde il controllo, cade giù”. Infine lo sfogo, per “un’opera dello Stato, che qualcuno ha ereditato”. In particolare, precisa, “il cavalcavia è stato trasferito al Comune di Venezia oltre dieci anni fa, io come l’ho ereditato nel 2016 l’ho messo in monitoraggio immediato, fatti i progetti, però il sindaco ha dovuto trovare dei fondi. Ora lo stiamo rimaneggiando. Sarebbe auspicabile che per un’opera dello Stato ci fosse anche lo Stato a darti una mano, ma non capita sempre così”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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