Esteri

Caccia ai sabotatori

di Ernesto Ferrante -


L’incursione del gruppo di sabotaggio neonazista filo-ucraino a Belgorod è un segnale preoccupante per la Russia, perché diffonde insicurezza tra gli abitanti che vivono nella regione e mostra la vulnerabilità della striscia di confine con l’Ucraina.
Dopo aver subito una sconfitta strategicamente rilevante a Bakhmut, Kiev aveva bisogno di un “riscatto” almeno dal punto di vista simbolico e l’attacco in territorio russo, seppur militarmente inefficace, era l’ideale in quest’ottica.
“Legionari” e “volontari” sono passati attraverso la frontiera, che era stata precedentemente bombardata, a bordo di mezzi corazzati. La loro marcia si è arrestata per l’intervento dell’esercito russo. Sarebbero stati eliminati 70 sabotatori ucraini, quattro veicoli corazzati da combattimento e cinque furgoni.
“Il Ministero della Difesa della Federazione Russa, insieme alle forze dell’ordine, continua a ripulire il territorio del distretto Graivoronsky della regione di Belgorod dal gruppo di sabotaggio e ricognizione delle forze armate dell’Ucraina”, ha scritto su Telegram il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, facendo “appello ai residenti del distretto di Grayvoronsky affinché tornino alle loro case”.
Gli investigatori di Mosca hanno aperto un’indagine per terrorismo sull’incursione. L’obiettivo, si legge in una nota, è quello di “stabilire l’identità degli aggressori e tutte le circostanze dell’incidente”. Kiev ha negato di essere dietro gli attacchi. Il Cremlino ha espresso “profonda preoccupazione” per i fatti di Belgorod, dove sono ancora attivi “militanti ucraini”. Nel corso di una conferenza stampa, il portavoce Dmitry Peskov ha sottolineato che quanto accaduto conferma che “è necessario portare avanti l’operazione militare speciale”, lanciata per “prevenire tali incursioni”.
Durissimo l’ex presidente russo, Dmitry Medvedev: “Questi rifiuti della società devono essere distrutti come topi e nemmeno fatti prigionieri”.
Borrell e Stoltenberg sono per la guerra a oltranza. Finora, gli Stati membri dell’Ue hanno fornito a Zelensky “220mila munizioni e 1.300 missili”, per un valore stimato “pari a 800 mln” di euro, ha rivelato con soddisfazione l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell a Bruxelles, al termine del Consiglio Difesa.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è andato addirittura oltre, rivendicando di fatto il coinvolgimento nel conflitto: “Abbiamo dimostrato la volontà degli alleati Nato di fornire davvero sostegno all’Ucraina. E abbiamo visto che questo supporto è stato determinante. Il presidente Putin ha totalmente sottovalutato gli alleati e i partner della Nato, la nostra disponibilità, la nostra prontezza a fornire sostegno all’Ucraina”.
Il presidente russo Vladimir Putin, durante una cerimonia al Cremlino per premiare i cittadini che si sono distinti nei settori della cultura, della cosmonautica e dell’istruzione, ha puntato il dito contro “il nemico che fa la guerra alle persone che vivono nel Donbass”.

“Viene spesso detto che la Russia ha iniziato la guerra. No, la Russia, con l’aiuto di un’operazione militare speciale, sta cercando di fermare la guerra condotta contro di noi, contro il nostro popolo che, in parte e a causa di una ingiustizia storica, è finito fuori dai confini dello storico stato russo”, ha concluso Putin.

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