Attualità

Cagliari, la fuga dell’Eni e la strana vendita del cloro-soda

di Ivano Tolettini -


Che garanzie economiche ha avuto dall’Eni l’imprenditore della chimica di base Donato Antonio Todisco, che siccome si è fatto da sé è giustamente attento al soldo, per rilevare con il fidato Domenico Greco lo stabilimento del cloro-soda di Macchiareddu a Cagliari che, nel marzo 2021 per ammissione del colosso di Stato, è un colabrodo di redditività? Qual è il contenuto del contratto, blindatissimo per Todisco? Del resto, nonostante i tanti milioni di euro investiti da Eni Rewind, proprietaria della Ing. Luigi Conti Vecchi spa ad Assemini, “per rilanciare le attività relative alla produzione del cloro soda – si legge in un comunicato di Eni Rewind del 6 ottobre 2020 -, queste continuano a essere strutturalmente in perdita da molti anni”. Dunque, che vantaggi ha avuto il gruppo Todisco, attraverso il veicolo societario “Chimica Assemini”, costituito nel dicembre 2020 con capitale sociale di 100 mila euro e subito artefice di un’operazione redditizia con l’acquisto di 5 mila tonnellate di soda caustica del valore di 572 mila euro da vendere all’Eni con evidente guadagno, e appartenente a Gestioni Industriali Group, per impegnarsi in un’operazione industriale sulla carta molto rischiosa se non fosse stata garantita contrattualmente dal cane a sei zampe?

POLITICA E POLEMICHE

Sono le domande che fanno da sfondo, agitando ancora oggi la politica sarda, quando il cavaliere Todisco sbarca a Cagliari, dopo avere acquistato qualche anno prima dalla Solvay a Bussi sul Tirino, nel Pescarese, un altro stabilimento che non andava bene, e che per metterlo a posto l’imprenditore trapiantato da Milano a Pisa ha beneficiato di un finanziamento di 15 milioni di euro da parte di Invitalia, guidato da Domenico Arcuri. Nel tardo inverno 2021 quando si perfeziona il contratto di cessione tra Eni e Società Chimica Assemini sta esalando gli ultimi respiri il Conte 2, con il quale Todisco ha avuto buoni rapporti. Ministro dello Sviluppo Economia è il grillino Stefano Patuanelli, contro cui la giunta sarda spara a palle incatenate il 12 febbraio 2021, rispondendo a una preoccupata interrogazione firmata da alcuni consiglieri regionali. A firmarla è Anita Pili, preparata assessore all’Industria, che scrive: “È ormai nota a tutti la mancata disponibilità di Eni per ridiscutere con la Regione la cessione dello stabilimento di Assemini”. Quindi aggiunge che “non può che essere forte il disappunto per la condotta che Eni ha assunto nei confronti della Regione sulla cessione dell’asset cloro-soda di Macchiareddu, che evidenzia il disinteresse e la trascuratezza dimostrate da Eni, non solo sul futuro dello stabilimento, ma anche nei confronti delle parti sindacali e dei lavoratori”. L’assessore Pili parla di “posizione sfacciatamente irriguardosa verso la Regione, nonostante i protocolli firmati con i governi nazionali e regionali”, nonché dell’atteggiamento incoerente del governo di Roma verso il sistema produttivo sardo e i lavoratori, “sottraendo di fatto alla comunità sarda la possibilità di programmare il suo sviluppo industriale”. Ecco perché “non è accettabile che il ministro dello Sviluppo Economico non abbia tenuto conto della posizione della Sardegna, l’unica veramente coinvolta nell’ennesimo abbandono industriale deciso fuori dai confini regionali”.

PROCESSO A BRESCIA

Il 24 marzo 2021 i consiglieri Michele Cossa e Sara Canu dei Riformatori Sardi chiedono alla Regioni che “si blocchi la cessione dell’impianto Contivecchi al gruppo Todisco” perché il patron cavaliere Donato Antonio è sotto inchiesta a Brescia per disastro ambientale, deposito incontrollato di rifiuti speciali ed inquinamento ambientale nel sito cloro-soda della Caffaro Brescia. Per Todisco e altre dieci persone il pm Bonfigli l’anno scorso ha chiesto il processo e l’udienza preliminare proseguirà il 13 giugno. Intanto, l’imprenditore toscano si è impegnato con i magistrati a completare a Brescia i lavori di messa in sicurezza del sito entro l’inizio di marzo. I consiglieri Cossa e Canu chiedono che la Regione ottenga rassicurazioni per i riflessi occupazionali e per la gestione del ciclo dell’acqua. Todisco offre una serie di garanzie, che dice di avere mantenute, ma un’inchiesta giornalistica dell’Unione Sarda solleva dubbi ad esempio sulla dismissione del pontile d’attracco al confine tra Cagliari e Capoterra, e le fidejussioni milionarie a favore dell’Autorità Portuale. Due anni dopo a che punto stanno le cose?

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