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Calano i furti negli appartamenti, ma aumenta la paura

di Priscilla Rucco -


Se pensavate che i ladri preferissero l’estate, mentre le città si svuotano, vi sbagliavate di grosso. I “topi d’appartamento” ormai non hanno stagione. Entrano in azione quando meno te lo aspetti, magari mentre sei al lavoro o in palestra, non solo in vacanza. Dopo il calo fisiologico durante la pandemia, il fenomeno è tornato a preoccupare. Nel 2024 in Italia sono stati denunciati 155.590 furti in abitazione, in aumento del +5,4% rispetto al 2023.

Le città con più “professionisti del furto”

Roma resta la capitale anche dei furti in casa, con 8.699 denunce nel 2024 – un’incidenza di 31,7 reati ogni 10mila abitanti-. Milano segue a distanza con 3.152 colpi (23,1 ogni 10mila residenti), poi Torino con 2.024 (23,6 per 10mila) e Firenze, che sale al quarto posto con 1.803 furti. Ma se guardiamo alla frequenza rispetto alla popolazione, cambia tutto: Pisa è il territorio più violato d’Italia con 75,7 furti ogni 10mila abitanti, seguita da Modena (57,1), Bolzano (55,5), Udine (53) e Verona (50,3). Piccoli centri, ma grandi rischi: qui i ladri colpiscono di più, forse perché conoscono il territorio, forse perché la vigilanza è meno costante.

I nuovi orari del crimine

Altro che nottambuli. I ladri del 2024 preferiscono lavorare alla luce del sole: il 31,7% dei furti è avvenuto tra le 14 e le 20, ovvero nel pomeriggio. Un altro 20% si consuma di mattina, mentre di notte le incursioni sono più rare: rischiare di trovare qualcuno in casa non conviene ed è molto più pericoloso. Il 72,6% delle vittime ha dichiarato che, al momento del furto, l’abitazione fosse senza persone. Il calendario, poi, gioca un ruolo evidente: con l’autunno e l’inverno – quando fa buio presto – i colpi aumentano. Ma anche l’estate non è da meno: agosto 2024 è stato il mese con il numero più alto di denunce, con 19.931 furti in casa.

La paura che cresce, anche se i furti diminuiscono

Nel primo semestre del 2025, i furti in casa sono diminuiti dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, e anche le rapine sono scese dell’11,6%. Eppure, la paura è aumentata: oggi il 59% degli italiani mette il furto in casa in cima alla lista dei reati più temuti. Solo un anno fa era il 48%. In altre parole: ci sarebbero meno furti, ma gli italiani avrebbero molta più paura. Un indice della fragilità percepita, di quella sensazione diffusa di vivere in un Paese dove la porta di casa non sembra più una barriera così sicura e di protezione. Allarmi collegati al cellulare, telecamere smart, porte blindate di quarta generazione: il mercato della sicurezza privata non è mai stato così florido. Eppure, sembrerebbe non bastare.

Perché si ruba di più (o si teme di più)

Le cause possono essere molteplici e intrecciate tra loro: la crisi economica, l’aumento del costo della vita, la marginalità sociale, ma anche lo spopolamento di interi quartieri residenziali. Ci sono aree dove il degrado e la mancanza di controllo creano vere “zone rosse”. In altre, è la ricchezza diffusa a fare gola. A questo si aggiunge il ritorno alla normalità post-pandemia: case vuote più spesso, ritmi lavorativi che lasciano incustodite le abitazioni, movimenti più prevedibili. Una combinazione perfetta per chi vive di furti.


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