Ambiente

CAMPI DIGITALI

di Angelo Vitale -


Di fronte al climate change che nel solo 2022 ha provocato danni per 6 miliardi, il mondo dell’agricoltura ha risposto da tempo con una rivoluzione digitale che, nei campi del nostro Paese, coinvolge oltre 6 aziende su 10 (64%). Una necessità, per combattere l’impennata dei costi, coniugata alla consapevolezza del tech utile ad aumentare la produttività e a un’ispirazione sostenibile per tutelare l’ambiente. E che si traduce, nelle campagne, in un panorama non più inusuale abitato da soluzioni 40, droni, robot, gps, piattaforme satellitari, con l’Internet delle cose a governare processi e modelli di sviluppo, dai sensori antisiccità alle trappole hi tech per mettere i raccolti al sicuro dai parassiti, dalle nuove tecnologie di evoluzione assistita ai sistemi integrati con il satellite per risparmiare fino al 20% di acqua.
E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti diffusa a Verona in occasione di Fieragricola Tech, dove il presidente dell’associazione Ettore Prandini ha accolto gli ospiti nello stand trasformato in un orto 4.0. Emblema di un agritech il cui valore di mercato, secondo l’Osservatorio Smart Agrifood è aumentato del 1500% negli ultimi 5 anni, passando da 100 milioni a 1,6 miliardi. E moltiplicando l’interesse delle imprese per l’innovazione, dall’informatizzazione dell’azienda attraverso software di gestione (40%) ai sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole (23%), ai servizi di mappatura e di coltivazioni e terreni (19%), ai sistemi di monitoraggio di coltivazioni e terreni (14%) e a quelli di supporto alle decisioni (12%).
La fotografia dell’agricoltura italiana che fa innovazione restituisce finora il dato di un solo milione di ettari pari al 6% della superficie totale ma – avverte Coldiretti – esiste un grande potenziale di crescita soprattutto con l’utilizzo dei Big Data Analytics e dell’Internet delle cose. Perché la tecnologia digitale è anche alla base del sistema blockchain per la tracciabilità dei prodotti e la garanzia dell’origine considerata che le imprese sanno essere diventate sempre più rlevanti visto che il 53% dei consumatori è frequentemente alla ricerca di informazioni sulla tracciabilità dei prodotti agroalimentari al momento dell’acquisto, dal sito internet del produttore al qr code, fino alla realtà aumentata.
Un cambio di passo ove i giovani sono i protagonisti principali, con le nuove generazioni in prima fila: quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) applica oggi tecniche di agricoltura di precisione, secondo l’analisi Coldiretti/Divulga. E i giovani agricoltori praticano anche l’utilizzo dei social per la promozione delle proprie attività: più di uno di loro su tre (37%) usa i social network per promuovere le proprie attività, privilegiando Facebook (71%).

A frenare il trend dell’agritech, come in altri comparti del quadro produttivo nazionale, la connessione. Nelle zone interne e montane, infatti, una famiglia su tre (32%) vive in campagna non disponendo di un collegamento adeguato a Internet. “Un gap insopportabile – denuncia Prandini – che penalizza le imprese agricole e che va superato per poter utilizzare al meglio nelle campagne tutto il potenziale delle nuove tecnologie. Sarebbe vano, altrimenti, il nostro impegno a portare lo sviluppo tecnologico in tutte le aziende tramite il fondo da 225 milioni di euro inserito nella legge di Bilancio grazie all’impegno del ministro Lollobrigida, che potrà essere sfruttato per i voucher innovazione”.

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