Candela: il gioiello millenario della Daunia Meridionale
La Puglia si conferma, anche quest’anno, regina incontrastata del comparto turistico nazionale facendo registrare, nel mese di luglio, un aumento di presenze del 6,7% rispetto al 2024, mentre ad agosto l’aumento è stato del 4%.
Una crescita inarrestabile a cui si accompagna la notizia di una svolta nella governance di settore: il Consiglio regionale ha infatti approvato, lo scorso 18 settembre, la legge che istituisce le Destination Management Organization (Dmo), strumento che introduce, anche in questa regione, come già sperimentato in Trentino ed in Veneto, un modello moderno e condiviso di organizzazione turistica.
Una riforma che, tuttavia, arriva proprio mentre il settore vale oltre il 14% del Pil regionale considerando che, i primi otto mesi dell’anno, hanno fatto segnare un incremento vicino al 10%.
Il dato sottolinea come il fenomeno non si limiti esclusivamente alle aree balneari, ma coinvolga anche quelle interne e meno battute dal turismo di massa. Il suo vasto territorio è infatti solcato da numerosi tratturi della transumanza, delle vere e proprie autostrade verdi larghe anche 60 metri, percorse, per secoli, non solo dai pastori per spostare e preservare il proprio bestiame al ritmo della natura, ma anche da mercanti e viaggiatori.
Riconosciuti nel 2019 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO questi luoghi iconici che collegavano le montagne alle pianure rappresentano infatti, un primato tutto italiano in ambito rurale ed agroalimentare, superando Turchia e Belgio.
Daunia e l’antichissimo borgo di Candela
Tra queste vie, dove il passaggio delle greggi era vissuto come un momento di festa popolare, ancora oggi è possibile respirare il sapore di queste antiche tradizioni grazie ad una rievocazione che ogni anno, nel mese di settembre, parte da Pescasseroli in Abruzzo e conduce, attraverso il Regio Tratturo, fino a Candela, animando questo antichissimo borgo medievale e promuovendone, al contempo, le attività produttive locali legate alla nostra identità contadina, diversamente destinate all’estinzione.
Incastonato a quasi 500 metri di altitudine nel paesaggio collinare della Daunia Meridionale il pietroso comune di Candela appartenente all’associazione “Borghi Autentici”, laddove piccoli e medi enti territoriali perseguono l’obiettivo di un modello di sviluppo sostenibile e attento alla valorizzazione delle identità locali, vanta origini antichissime risalenti al X o all’XI secolo, presumibilmente ai tempi della dominazione normanna.
Sebbene il nome di questo centro millenario rimandi all’illuminazione, si osservi che la sua etimologia va ricercata nel termine ‘candeo’ relativo alla coloritura chiara delle colline di San Rocco e San Tommaso su cui è adagiato il paese che grazie anche alla sua felice collocazione geografica tra il fiume Ofanto ed il torrente Carapelle è stato in passato crocevia di diverse civiltà tra cui quella romana e quella longobarda, come testimoniano alcuni edifici ottimamente conservati nel suo ridente centro storico.
Visitando il quartiere medievale denominato “la cittadella” è possibile infatti ammirare la Chiesa romanica di San Tommaso risalente al 1107, ma contraddistinta per il suo campanile, da sempre emblema per gli abitanti e la Chiesa Madre del 1400, al cui interno è presente un bellissimo coro ligneo finemente lavorato dove ancora oggi è conservata parte delle originarie forme rinascimentali.
Tra le architetture di pregio inoltre vi è la Chiesa del Carmine che fu costruita nel XVIII secolo come il palazzo di cui fa parte, la Chiesa della Concezione del 1700, quella di San Rocco in stile romanico situata fuori le mura e molto nota per i suoi interni riccamente impreziositi da mosaici bizantini, Palazzo Vitigliani, ed ancora, il Castello edificato nel periodo normanno-svevo e il Palazzo Doria, che fu fatto costruire da Luca Basilico nel 1607.
All’interno del suggestivo Palazzo Ripandelli che durante il periodo natalizio si trasforma nella casa di Babbo Natale, è inoltre possibile visitare il Museo del Giocattolo proiettando gli ospiti nell’infanzia dei nostri nonni e bisnonni, qui infatti sono presenti macchinine di latta, bellissime bambole curate in ogni dettaglio, pupazzi in legno e persino ciò che resta di un grosso cavallo in resina, proveniente da una giostra degli anni ’20.
Non può certamente mancare una visita a Palazzo Doria contraddistinto dal suo loggiato rinascimentale che rimanda allo splendore vissuto da Candela per circa duecento anni durante il dominio feudatario dell’omonima famiglia genovese. Tuttavia, la fama della ridente cittadina non è da ascrivere solo alle ricche testimonianze architettoniche, Candela è infatti famosa anche per la sua scuola di Tiro a Segno vantando un museo sportivo della disciplina in cui è possibile visionare documenti databili a fine ‘800.
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