Canosa di Puglia: un itinerario lungo 2000 anni
Si concluderanno il prossimo 30 agosto “Le Notti dell’Archeologia 2025”, il fortunato evento in corso, anche quest’estate, a Canosa di Puglia, nel cuore dell’antica Daunia. Ricchissimo il cartellone organizzato dall’Associazione Amici dell’Archeologia, sotto l’egida della Regione Puglia, del Comune di Canosa, della Fondazione Archeologica Canosina e Visit CANOSA: un susseguirsi di visite guidate, anche teatralizzate e tour emozionali con l’ausilio della realtà spaziale aumentata dallo scorso 12 luglio, hanno coinvolto e coinvolgeranno i visitatori in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso una full immersion nell’identità millenaria di questo piccolo museo a cielo aperto immerso nella pianura pugliese.
Crocevia di popoli e culture eterogenee, Canosa custodisce in ogni suo angolo più recondito, i resti di antiche civiltà che, in epoche differenti, hanno solcato e abitato questi territori lasciando tracce, ad oggi, ancora tangibili del loro passaggio: oltre alle imponenti vestigia dell’Impero Romano, di cui fu avamposto strategico, il borgo conserva anche testimonianze della preistoria, della Daunia, della Magna Grecia, dei
Bizantini, dell’epoca normanno-sveva e del Medioevo.
Già nell’ VIII secolo a. C. Canosa era un agglomerato urbano ben organizzato, come provano i itrovamenti di ceramica e scavi archeologici da cui è emerso uno spaccato della vita Canosina dall’età del ferro all’Alto Medioevo. In particolare, tali scavi, hanno fatto rinvenire grandi ipogei funerari, ovvero sepolture sotterranee “di lusso”, tra cui quelle di Lagrasta, composte da tre distinti ipogei, scavati interamente sottoterra nel banco tufaceo, considerate tra le più importanti di tutta la regione.
A segnare le sorti di questo piccolo borgo fu l’anno 318 a.C., allorquando, secondo la testimonianza di Livio, i Canosini si arresero ai Romani seguendone le alterne vicende della guerra annibalica, con la disfatta nella vicina piana di Canne, che investì anche Canosa. Soprannominata la piccola Roma per via dei sette colli su cui domina tutta la Valle dell’Ofanto, sin dal neolitico Canusium ha attratto nuclei di pastori che occuparono e valorizzarono questa area, divenuta nel tempo anche un importante nodo stradale, di
tratturi prima e di vie rotabili poi.
Da qui, infatti passava la via Traiana che deve il suo nome all’imperatore Traiano, il quale, per agevolare le comunicazioni con l’Oriente, rese carrozzabile un antico tratto viario alternativo all’Appia antica, insignita del prestigioso riconoscimento UNESCO dal 2024, affinche’ unisse Benevento a Brindisi.
Inaugurata nel 113 d.C. con tanto di celebrazione in quel di Benevento, dove il tracciato aveva origine e dove fu eretto un imponente arco trionfale, ancor oggi visibile e ben conservato nel capoluogo sannita, quest’importante arteria stradale muovendo dalla via Appia, seguiva l’Ofanto: dopo aver attraversato un imponente ponte a cinque arcate, dove attualmente insistono ancora una serie di monumenti quali l’arco di Terenzio Vallone e i grandi sepolcri familiari romani, disposti lungo i lati della strada, raggiungeva Canusium, per poi proseguire sino al mare Adriatico.
Dalla via Traiana passarono anche illustri viaggiatori come Orazio, in compagnia di Mecenate e Virgilio, il cui itinerario, da Roma a Brindisi, durato ben 14 giorni e lungo 530 km, è stato ricostruibile grazie alle indicazioni toponomastiche contenute nella Satira 1.5 in cui il poeta racconta l’iter Brundisinum, ovvero il percorso compiuto nel 37 a.C. lungo la Via Appia. Ed invero, fu proprio lo stesso Orazio a sugellare l’identità canosina, località fondata un tempo dal valoroso Diomede “nam Canusi…qui locus a forti Diomede est conditus olim” nel Libro I, Satira 5, v.92e, come, peraltro documenta l’iscrizione sul bassorilievo tufaceo custodita a Palazzo San Francesco, sede municipale.
Come riportato nel Libro I, Sermones 10, v. 30 dello stesso Orazio, il reperto rappresenta Diomede, diffusore della civiltà ellenica nell’Adriatico e della Daunia gens da cui emerge, appunto, Canosa di Puglia, mentre sostiene le torri della città. Il patrimonio storico e architettonico di quest’antica cittadina sembra davvero inesauribile e umerosi sono i reperti che ancora oggi vengono alla luce durante gli scavi, tuttavia, per chi volesse coniugare nella stessa visita passione storica, religiosa ed intrattenimento, l’appuntamento è per il prossimo 2 agosto, quando il cantante Andrea Sannino allieterà la Festa Patronale 2025 in onore dei Santi Patroni Alfonso, Maria Santissima della Fonte e Sabino.
Proprio a quest’ultimo martire è infatti dedicata la splendida cattedrale di Canosa di Puglia risalente agli inizi dell’XI secolo e situata nella centrale piazza Vittorio Veneto, considerata il principale luogo di culto cattolico, venerato dai Longobardi e da Boemondo d’Altavilla, condottiero della prima Crociata.
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