Attualità

Caos Scuola, colpa dell’IPhone

di Eleonora Ciaffoloni -


Nell’epoca del digitale, la scuola dice basta al cellulare. Anzi, lo dice il Ministero dell’Istruzione e del Merito che, attraverso una circolare, ha confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni. Ma non era già così? Per alcuni sì, per alcuni no. Alcune scuole avevano già regolamentato l’uso del telefono cellulare per gli studenti in classe e infatti, per quattro studenti – del liceo – su dieci, questo divieto esisteva già, da anni. Per i sei studenti su dieci restati, il divieto è considerato ingiusto. Una percentuale di no, che è per nulla sorprendente: la generazione Z ha mosso i primi passi con gli strumenti digitali, rimasti al loro fianco dal momento in cui sono venuti al mondo. Ormai da qualche anno, per questi nuovi giovani, il cellulare è da considerarsi un prolungamento del braccio. Non solo per Instagram e TikTok, ma anche per la didattica a distanza: sembra passato un secolo, ma negli ultimi due anni milioni di studenti – dalle elementari fino all’università – hanno avuto connessione con il mondo – e con l’istruzione – grazie agli strumenti digitali (telefoni, computer o tablet che siano). Ma ora il dicastero di viale Trastevere ha deciso di tracciare una linea comune per lo stop all’uso dei cellulari.
LA CIRCOLARE
lLa circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contiene le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi: “È confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007”. Infatti, non è una novità: le distrazioni si evolvono con le nuove generazioni e oggi, quella del cellulare, si somma alle vecchie forme di sollazzo di classe, dai fumetti di Topolino ai test di “Cioè”. Distrazione a cui si aggiunge la mancanza di rispetto per i docenti che, stando alle testimonianze raccolte dal ministero, non riuscirebbero a gestire la mancanza di attenzione derivante dal cellulare. Distrazione, mancanza di rispetto, tutela: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare” scrive nella circolare il ministro Valditara. “Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza”.
NULLA DI NUOVO
Eppure, molte scuole dall’alba dei telefoni cellulare, partendo da quelli che ricevevano solo squilli ed SMS, avevano iniziato a prendere provvedimenti per lezioni e compiti in classe, mentre questa nuova circolare del ministero, se non rispettata, non prevede sanzioni disciplinari: “Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità” per far rispettare la nuova regola, “invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”. Regola unica, ma da far rispettare a discrezione delle scuole che, di fronte ai comportamenti “non responsabili” degli studenti, dovranno prendere provvedimenti non regolamentati dalla norma del ministero. Un giro di parole – e di norme – più facile a dirsi che a far rispettare, perché, proseguono dal ministero: “l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della ‘cittadinanza digitale’”. E di nuovo la palla passa alle scuole a cui, come ricordavamo in precedenza, la consuetudine non era nuova. Anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, che reputa la circolare “condivisibile”, ricorda anche come una quindicina di anni fa “il ministro Fioroni aveva dato disposizioni abbastanza precise su questo aspetto: non si possono utilizzare i cellulari per distrarsi, giocare o chattare. Invece se il regolamento di istituto lo consente, e quindi viene valorizzata l’autonomia delle scuole, e se il docente lo consente, può essere utilizzato come strumento didattico o addirittura inclusivo per favorire gli aspetti didattici” conclude Giannelli.
RISCHI PER LA SALUTE
Nella parte finale della circolare del ministero vengono sottolineati i rischi per la salute dei ragazzi “che possono derivare dall’uso perdurante dei cellulari”. Per dimostrarlo è stata diffusa in allegato alla circolare la relazione finale dell’indagine conoscitiva realizzata nella scorsa legislatura dalla VII Commissione del Senato “Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento”. Una indagine che ha evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi: “La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini” conclude la comunicazione a firma del ministro. “Un segnale forte”, ha detto il ministro Valditara, che ha voluto dare agli studenti e alle scuole per far capire che “in classe si va per apprendere e non per chattare”. L’interesse del ministro è quello di ripristinare “una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno”, con nuove regole che vanno a tappare i buchi di una circolare – quella del 2007 – “mai applicata”. Vedremo se quella nuova, senza sanzioni “ufficiali”, possa rispondere alle aspettative.

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