Esteri

Capitol Hill, condannato a 22 anni leader dei Proud Boys

di Cristiana Flaminio -

Enrique Tarrio, leader dei Proud Boys


Sarebbe stata la mente dietro l’assalto di Capitol Hill, Enrique Tarrio, leader dei Proud Boys, è stato condannato a ventidue anni di carcere. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Washington. Si tratta della condanna più pesante per gli eventi che sconvolsero l’America all’indomani delle elezioni presidenziali vinte da Joe Biden e contestate, ferocemente, da Donald Trump e dai Repubblicani. Enrique Tarrio, 39 anni, figlio di genitori cubani che hanno trovato asilo negli States, è stato uno dei leader dei Proud Boys, una delle frange più estreme della destra a sostegno di Trump. Tarrio non era nemmeno a Washington durante le convulse ore dell’assalto al Campidoglio. Ma si trovava a 45 miglia dal luoghi dove si consumarono le rivolte, in un albergo di Baltimora. L’uomo, infatti, era stato allontanato da Washington dopo aver bruciato, in una chiesa, una bandiera di Black Lives Matter. E fu accusato, inoltre, di aver portato con sé anche delle munizioni con il logo dei Proud Boys.

Per il leader dissidente, i giudici hanno pronunciato una condanna pesante nonostante lo stesso Enrique Tarrio abbia poi condannato i fatti definendoli “una vergogna nazionale”. L’accusa era quella di cospirazione sediziosa, un’ipotesi di reato che era in voga durante gli anni della guerra di Secessione. E di esserne stato uno degli ideatori e ispiratori.

Per i fatti del 6 gennaio del 2021, sono finite in manette più di mille persone. Donald Trump ha già promesso che, se rieletto alla Casa Bianca, firmerà personalmente la grazia per tutti coloro che sono stati condannati. Intanto lo stesso Trump prosegue la sua battaglia personale contro i giudici americani. E si può star sicuri che su questo baserà la sua campagna elettorale. Anche perché il gradimento di Trump tra la base repubblicana continua a crescere. E secondo i risultati di un sondaggio telefonico del Wall Street Journal, oggi l’ex Presidente è saldamente in testa per le primarie repubblicane con oltre il 60 per cento delle intenzioni di voto.


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