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CARA ITALIA

di Cristiana Flaminio -


Cara, carissima Italia. L’anno nuovo comincia col botto, non quello gioioso dei fuochi pirotecnici che hanno allietato le piazze e le città, bensì quello triste degli aumenti che toccheranno il portafogli delle famiglie. Una stangata di proporzioni epiche attende gli italiani. Almeno secondo i conti del Codacons che ha valutato in ben 2.435 euro a famiglia il “costo” che i cittadini di troveranno a dover pagare agli aumenti di prezzi al consumo e tariffe. Tutto schizzerà verso l’alto, non si salverà (quasi) nulla dalla furia dei rincari. A cominciare dall’automobile, il vero simbolo di questa stagione di aumenti che si abbatterà sulle tasche degli italiani.

Il profumo della benzina

Il governo Meloni non ha confermato i tagli alle accise sui carburanti. Per questa ragione, i prezzi sono aumentati, per i consumatori, di circa diciotto centesimi di euro al litro, Iva compresa. Non è un aumento da nulla, come lascerebbe pensare una lettura superficiale del dato.
Nessuno va alla pompa per acquistare due, tre litri di benzina a diesel. Secondo Assoutenti, il maggior costo sulle famiglie, stimato su due pieni per altrettanto auto, sarà pari a ben 366 euro all’anno. Stando ai dati di Staffetta Quotidiana, l’accisa sulla benzina sale da 578,4 a 728,4 euro per mille litri (72,8 cent/litro), quella sul gasolio da 467,4 a 617,4 euro per mille litri (61,7 cent/litro), quella sul Gpl da 216,67 a 266,77 euro per mille chili (cioè da 119,17 a 147,27 euro per mille litri).
Il guaio è che il ritorno delle accise sui carburanti fa il paio con l’aumento del prezzo alla pompa per benzina e diesel. Un paio di centesimi in media, nulla di più, ma che arrotondano ancora di più il peso dei prezzi.

Assicurazioni in volo

Il prezzo delle Rca è in aumento. Per un motivo semplicissimo che già gli analisti avevano spiegato nei mesi scorsi: se aumenta tutto, sale ovviamente anche il prezzo delle riparazioni meccaniche e dei ricambi. Ergo, le compagnie, per mantenere i margini operativi e di guadagno dovranno ritoccare i premi. Secondo l’osservatorio del portale Facile.it, gli automobilisti hanno già sperimentato rincari del 7,23% in più rispetto al 2021. Il prezzo medio del premio, alla fine di dicembre, è schizzato a 458,06 euro. Ma gli esperti hanno fatto notare che, nel 2023, i costi saliranno, in media, anche perché il 2% in più degli automobilisti ha denunciato sinistri nel corso dell’ultimo anno. Per il Codacons, ogni famiglia dovrà sborsare (almeno) diciotto euro in più per l’Rca.

Pedaggi amari

In base alle elaborazioni di Assoutenti, per andare da Roma (sud) a Milano (ovest) il pedaggio sale dai 46,5 euro del 2022 agli attuali 47,3 euro, per poi raggiungere 48 euro a luglio, con un aumento di 1,5 euro. Da Napoli (nord) a Milano si spendevano lo scorso anno 58,6 euro: ora servono 59,7 euro (60,5 euro a luglio, +1,9 euro). Per la tratta Bologna-Taranto la spesa sale da 55,1 euro a 56,1 euro del 2023 (56,9 euro da luglio, +1,8 euro). Ma poteva andarci peggio. Almeno secondo il Ministero dei Trasporti che, in una nota, ha spiegato di aver scongiurato un rialzo che “sfiorava il 5%” e che invece “dal primo gennaio si fermerà al 2%, con aggiunta di un altro 1,34% solo dal primo luglio 2023”. Insomma, 3,34% di aumenti invece che un 5% netto. Meglio di niente.

Attaccati al tram

Nessuno si metta in testa di dribblare la valanga di aumenti lasciando l’auto in garage, affidandosi ai mezzi pubblici. I biglietti, infatti, sono già saliti in quasi tutte le grandi città italiane. Assoutenti ha raccolto i dati: a Napoli si paga già 1,20 euro. A Milano prendere il tram costa 2,20 euro. A Parma il biglietto è aumentato di dieci cents e il prezzo è salito a 1,60 euro. Ben venti centesimi di aumento a Ferrara (da 1,30 a 1,50). Ma la palma della città più esosa, di quella che fa pagare più cari di tutti i suoi trasporti pubblici, o meglio, che ha operato il rialzo più clamoroso appartiene, senza dubbio, a Roma. Nella Capitale un biglietto costa due euro a fronte di 1,50, un aumento del 33%. Codacons ha contato in 490 euro i costi annui in più che si dovranno affrontare per spostarsi.

Piange il telefono

Codacons riferisce che la parabola dei prezzi degli alimentari è in fase calante. Ma ciò non vuol dire che i costi sono rientrati. Le famiglie italiane spenderanno 507 euro in più, quest’anno, per nutrirsi. Se tutto andrà bene, la diminuzione dei prezzi dovrebbe iniziare a farsi sentire durante l’anno. Salgono, invece, le tariffe telefoniche. Secondo le rilevazioni dei consumatori, infatti, le compagnie starebbero preparandosi a un’ondata di modifiche contrattuali per adeguare i prezzi al mutato quadro economico. La spesa è di tutto rispetto: tra fisso e mobile, le famiglie italiane dovranno scucire (almeno) trenta euro l’anno in più rispetto alle tariffe abituali. Saliranno, inoltre, anche ci costi bancari. Ma gli aumenti saranno più lievi conteggiati in 9 euro.

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