Attualità

Carburanti, tregua d’agosto ma l’Italia resta tra le più care d’Europa

di Marco Montini -


Il prezzo dei carburanti in Italia rappresenta da sempre un tema cruciale per famiglie, imprese e istituzioni. Una questione annosa, che incide direttamente sul costo della vita, sulla competitività del sistema produttivo e sulla percezione del peso fiscale. In questi anni, i listini alla pompa nel nostro Paese si sì sono spesso attestati tra i più alti d’Europa, anche a causa del carico delle accise e dell’Iva. Un nodo strutturale, spesso al centro del dibattito pubblico ma raramente oggetto di interventi risolutivi. Tuttavia, in un contesto economico piuttosto delicato, il mese di agosto pare aver registrato una dinamica in controtendenza: benzina e diesel, seppur ancora cari, hanno mostrato segnali di rallentamento nei rincari. Un dato che, se confrontato con gli ultimi anni, può considerarsi relativamente positivo. Un sollievo parziale (quasi consolatorio), ma comunque significativo, per cittadini e operatori economici. A snocciolare qualche numero il 28 agosto scorso è stato direttamente l’Osservatorio sui prezzi dei carburanti del Mimit, secondo cui la media registrata ad agosto 2025 è per lo stesso mese la più bassa dal 2021, prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Rispetto ad agosto 2024, infatti, i prezzi risultano inferiori di 11,5 centesimi al litro per la benzina e di 6 centesimi per il gasolio; il divario cresce ulteriormente se confrontato con agosto 2023, quando la benzina costava 23,4 centesimi in più e il gasolio 19,2. “Ancora più marcato il raffronto con agosto 2022, quando – al netto della riduzione dell’accisa allora in vigore – il prezzo era superiore di 37,9 centesimi al litro per la benzina e di 45,5 per il gasolio”, hanno fatto sapere ancora dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Eppure il carburante in Italia continua a rimanere tra i più esosi d’Europa. Secondo recenti dati della Commissione Europea a luglio la benzina sarebbe costata in media 1,729 euro a litro, il diesel 1,663 €/l ovvero, rispettivamente il 2% ed il 4% in più rispetto al mese precedente, e nonostante questo l’auto resta il mezzo preferito dagli italiani per andare in vacanza. Come se la passano, invece, gli altri viaggiatori europei? Per rispondere alla domanda Facile.it ha analizzato sempre a luglio il prezzo del carburante nei 27 Paesi UE scoprendo che l’Italia è uno dei paesi più cari del vecchio continente. Per la benzina, spendiamo il 6% in più rispetto alla media europea, addirittura il 7% in più per il diesel, valori che fanno guadagnare alla nostra nazione, rispettivamente, il quarto e quinto posto tra gli stati più costosi dell’Unione Europea. Dati alla mano, sempre nel luglio scorso, per un viaggio da 2.500 km entro i confini nazionali, gli austriaci spendono 253 euro in benzina, l’11% in meno rispetto all’Italia, mentre agli spagnoli, per un tour on the road di pari lunghezza, sono sufficienti 246 euro (-14%). Il prezzo della benzina scende ulteriormente se ci si sposta verso est; in Romania e Polonia, ad esempio, per un viaggio in auto da 2.500 km si spendono circa 230 euro, il 19% in meno rispetto al Bel Paese. I più fortunati del continente – sempre stando alla indagine di Facile.It – sono risultati essere gli automobilisti bulgari; per percorrere 2.500 km in auto servono appena 203 euro di benzina, il 30% in meno rispetto all’Italia. Va peggio di noi solo a danesi, olandesi e greci. Lo scenario cambia di poco se si considerano i veicoli alimentati a diesel; l’Italia, come detto, è il quinto Paese più caro dell’Unione Europea e per un viaggio da 2.500 km occorrono 216 euro. Secondo molti, per avere nel Bel Paese un calo sensibile dei prezzi del carburante bisognerebbe intervenire sulle relative accise, “grazie” alle quali stiamo ancora “pagando”, tra le altre cose, la guerra d’Etiopia del 1935-1936, il finanziamento della crisi di Suez del 1956, la ricostruzione post disastro del Vajont del 1963 e quella dopo l’alluvione di Firenze del 1966.


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