Attualità

Caro affitti, per gli universitari il diritto allo studio diventa un lusso

A fronte di una domanda stabile, il prezzo medio di una camera singola sale oltre i 150 euro

di Eleonora Ciaffoloni -


Costi alle stelle, stanze introvabili e costi che rendono il diritto allo studio sempre più un privilegio: è questa la fotografia della condizione degli studenti universitari fuorisede in Italia, costretti a fronteggiare un mercato immobiliare e un caro affitti che non conoscono tregua. Quest’anno, a fronte di una domanda sostanzialmente stabile, il prezzo medio di una camera singola è salito da 461 a 613 euro mensili: ben 152 euro in più, che gli studenti denunciano come “frutto di pura speculazione”.

Caro affitti universitari: il rapporto

Il problema non riguarda solo le grandi città, ma anche i centri universitari minori, dove gli aumenti hanno raggiunto percentuali record. Secondo l’ultimo rapporto di Immobiliare.it, Milano resta la città più cara con 732 euro per una singola, seguita da Bologna (632), Firenze (606) e Roma (575). Gli incrementi più forti si registrano però altrove: a Trento si è passati da 381 a 544 euro (+42,8%), a Modena da 385 a 506 euro (+31,4%) e a Brescia da 399 a 519 euro (+30%).

La protesta monta. A Napoli, davanti alla facoltà di Lettere e Filosofia, alcuni studenti hanno piantato tende da campeggio per denunciare pubblicamente la situazione. A dare voce al malcontento è anche l’Udu (Unione degli Universitari). “La media di 613 euro per una stanza singola mette in evidenza un tema che rivendichiamo da tempo: servono politiche abitative pubbliche, perché l’abitare è un diritto, non un lusso. Studiare sta diventando un lusso e il Governo non può continuare a ignorare il problema”, dichiara Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale.

Gli interventi dal Ministero

Il ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Anna Maria Bernini, prova a correre ai ripari. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere entro giugno 2026 i 60mila nuovi posti letto negli studentati, grazie ai fondi del Pnrr e ai bandi già in corso. Dal 2023, inoltre, sono stati distribuiti circa 805 milioni di euro attraverso la legge 338 per finanziare quasi 8.500 posti. Un impegno che tuttavia appare ancora insufficiente di fronte a un’emergenza che rischia di escludere migliaia di giovani dal percorso universitario.

Il conto alla rovescia è iniziato: senza interventi strutturali, per molti studenti italiani la possibilità di studiare lontano da casa resterà un sogno proibitivo.


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