Casa Calabria: centomila euro e una capanna
Dal bonus per ripopolare i borghi alle trappole della burocrazia, tra rischi di prestanome e controlli infiniti. Alla fine, più che un progetto, sembra un “effetto wow” da campagna elettorale.
Roberto Occhiuto ha annunciato il progetto “Casa Calabria 100”: fino a centomila euro per chi deciderà di trasferirsi nei borghi delle aree interne. L’idea non è nuova: l’ha sperimentata il Trentino, e in altre forme era già circolata in Emilia e in Toscana. Ma sentirla rilanciata in salsa calabrese suscita un misto di curiosità, speranza e inevitabile ironia. Perché in Italia, quando si parla di incentivi pubblici, la fantasia spesso corre più veloce delle carte bollate.
Casa Calabria I rischi dietro l’entusiasmo
Sulla carta il meccanismo è lineare: fondi europei, case da acquistare e ristrutturare, nuove residenze nei paesi che si spopolano. Eppure la realtà rischia di essere meno idilliaca del video social del presidente. Il pericolo più evidente è quello dei “residenti di facciata”: persone che spostano la residenza anagrafica, incassano il contributo e poi restano a vivere altrove. A questo si aggiunge l’incubo delle infiltrazioni mafiose: in una regione che ha conosciuto il peso della criminalità organizzata, immaginare che fondi pubblici così sostanziosi non attraggano prestanome è più un atto di fede che un’ipotesi concreta.
La macchina dei controlli
C’è poi il lato burocratico, che in Italia non è mai un dettaglio: verifiche, controlli, contro-controlli. Tanto che viene quasi da proporre – ironicamente – di ridurre il bonus a cinquantamila euro, destinando gli altri cinquanta alla macchina dei controlli. Trenta per chi deve verificare che tutto sia in regola e venti per chi deve verificare i verificatori. Perché, si sa, in questo Paese l’ingranaggio del sospetto gira sempre più veloce di quello della semplificazione.
Tra sogno e supercazzola
Sarebbe però ingeneroso liquidare l’iniziativa solo come una boutade elettorale. L’idea di restituire vita ai borghi calabresi è nobile, e la Calabria ha davvero bisogno di politiche che la aiutino a trattenere giovani e famiglie.
Resta da capire se i soldi ci sono davvero, e soprattutto se il progetto verrà gestito con la serietà che merita, invece che con la leggerezza di uno slogan da campagna social. In fondo, lo sappiamo bene: in amore e in campagna elettorale tutto è lecito. Anche le supercazzole.
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