Esteri

Casa (circondariale) Bianca: Trump sotto inchiesta e Biden verso l’impeachment

di Ernesto Ferrante -


Casa Bianca: Trump sotto inchiesta e Biden verso l’impeachment. Il Presidente lo decideranno i giudici
E l’Election Day a stelle e strisce somiglia sempre più alla campagna elettorale italiana

Dinamiche politiche e vicende giudiziarie si intrecciano in maniera sempre più stretta nella corsa alla Casa Bianca: Dopo Trump, tocca a Biden. Se Atene è alla sbarra, Sparta la segue a ruota. Lo Speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, ha annunciato di aver chiesto alle Commissioni competenti della Camera dei Rappresentanti l’apertura di “un’indagine formale di impeachment” contro l’attuale presidente Usa, per presunte complicità e benefici finanziari derivanti dagli affari conclusi con governi stranieri dal suo secondogenito. “Oggi sto ordinando alla nostra commissione della Camera di aprire un’indagine formale di impeachment nei confronti del presidente Joe Biden”, ha detto McCarthy intervenendo al Campidoglio. “Questo logico passo successivo darà alle nostre commissioni il potere di raccogliere tutti i fatti e le risposte che il popolo americano merita. Questo è esattamente ciò che vogliamo avere: le risposte. Credo che anche il presidente vorrebbe rispondere a queste domande e accuse”, ha proseguito.

A condurre l’inchiesta saranno il presidente della Commissione di vigilanza della Camera James Comer, quello della Commissione giudiziaria Jim Jordan e il presidente della Commissione Modi e Mezzi, il potentissimo “House Ways and Means Committee”, Jason Smith. “Ci sono accuse di abuso di potere, ostruzione della giustizia e corruzione. E ciò richiede altre indagini da parte della Camera dei deputati”, ha riferito McCarthy, parlando di una “cultura di corruzione”. I documenti bancari mostrerebbero che quasi 20 milioni di dollari in pagamenti sarebbero stati indirizzati ai membri e ai soci della famiglia Biden “attraverso varie società di comodo”. Joe Biden “ha mentito al popolo americano sugli affari esteri della propria famiglia”, ha spiegato al Capitol il politico californiano succeduto a Nancy Pelosi dopo trattative estenuanti e ben quindici votazioni, sostenendo che sono emersi elementi sufficienti per aprire l’inchiesta formale. “Non prendo la decisione alla leggera. Questi fatti dovrebbero preoccupare tutti gli americani”, ha ammonito lo speaker, pressato dalla destra guidata dal rappresentante della Florida e trumpiano di ferro Matt Gaetz, rivelando di fatto l’intenzione dei suoi colleghi di partito di andare a fondo nelle scabrose vicende che coinvolgono lo scomodo pargolo del Commander in Chief, già a rischio, entro fine mese, di incriminazione per evasione fiscale e possesso illegale di arma da fuoco. Nello specifico è accusato di non aver pagato in tempo l’imposta federale sul proprio reddito nel 2017 e nel 2018. E di aver mentito sulla sua dipendenza dalle droghe per acquistare un’arma, aggirando in questo modo i divieti federali.

L’uso della giustizia come una clava, con un “metodo” speculare a quello utilizzato sull’altro versante, non piace ad alcuni esponenti di spicco del Gop, come Ken Buck (Colorado), Don Bacon (Nebraska) e Mitt Romney (Utah). L’idea dell’eliminazione degli antagonisti per mano dei giudici, non piace alla maggioranza dell’elettorato americano, come dimostra il boom nei sondaggi di Donald Trump ad ogni nuova incriminazione. Secondo le ultime rilevazioni di Cnn solo il 39% degli elettori approva l’operato del presidente Biden, mentre la grande maggioranza ritiene che le cose non stiano andando bene. Il ruolo di “perseguitato” potrebbe giovare anche a lui, facendo spostare inevitabilmente il confronto con l’avversario su un piano diverso da quello politico, con spazi ridotti per programmi e progetti per il Paese. Il portavoce della Casa Bianca, Ian Sams, ha negato sui social le accuse contro Sleepy Joe, definendo l’azione repubblicana come “estremismo politico nella sua forma peggiore”. “I repubblicani della Camera hanno indagato sul presidente per nove mesi e non hanno trovato alcuna prova di illeciti. E lo hanno detto gli stessi esponenti del partito”, ha sottolineato il funzionario. Su “X” Sams ha accusato McCarthy di aver cambiato radicalmente idea rispetto al 2019, quando sosteneva che per convocare un voto di impeachment serviva che si pronunciasse l’intera Camera, mentre adesso ha agito “unilateralmente”. “Kevin McCarthy ha consolidato il suo ruolo di super-surrogato della campagna di Trump trasformando la Camera dei Rappresentanti in un’arma della sua campagna presidenziale – ha commentato un portavoce della campagna presidenziale Biden-Harris -. Undici giorni fa McCarthy ha affermato inequivocabilmente che non avrebbe portato avanti un’indagine di impeachment senza tenere una votazione alla Camera. Cosa è cambiato da allora?”. Le voci di dentro attribuiscono l’inversione a U alla paura di non avere i 218 voti necessari.

Schermaglie dialettiche che fanno passare in secondo piano il vero spauracchio all’orizzonte, quello shutdown che i “pontieri” di entrambi gli schieramenti vorrebbero evitare con un accordo in extremis sul budget che non piace alle ali estreme.


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