Attualità

Casarini fra le avance a Soumahoro e l’appoggio di don Ciotti. Ecco il piano per finanziare le Ong

di Angelo Vitale -


Arriva a coinvolgere il nome di don Luigi Ciotti, il sacerdote antimafia, lo sviluppo giornalistico su Luca Casarini che anche oggi il quotidiano La Verità porta avanti circa i contenuti degli atti di inchiesta del processo Mare Jonio a Ragusa – ieri slittata l’udienza preliminare – e fa tornare in primo piano Aboubakar Soumahoro. Nella città siciliana il noto attivista Luca Casarini è indagato con altri (Pietro Marrone, Alessandro Metz, Beppe Caccia, Agnese Colpani e Fabrizio Gatti) per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione del Codice di navigazione. E si difende dal caos mediatico in cui è finito sostenendo che in questo modo si tende a condizionare l’esito del processo.

Perché da giorni Casarini e i suoi compagni della ong Mediterranea sono tirati in ballo anche per quanto emerge dalle intercettazioni sui loro colloqui, che La Verità ricostruisce come un sistema opaco collegato ai finanziamenti della Chiesa cattolica per i progetti di Mediterranea e delle altre ong impegnate nel salvataggio dei migranti.

Al centro di questo sistema la Comece, la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea fondata nel 1980 e che riunisce i vescovi europei, dal marzo di quest’anno guidata da Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.

Snodo dei progetti che puntavano ad ottenere finanziamenti, la Comece ha un segretariato anche a Bruxelles. In occasione dei suoi 40 anni, il cardinale Jean-Claude Hollerich, allora al vertice della Commissione, alla fine del mese di gennaio aveva scritto insieme ai cardinali Czerny e Krajewski una lettera indirizzata a tutti i vescovi e i presidenti delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea e dell’Europa, invitando le Chiese a farsi promotrici di accoglienza nei confronti dei profughi. Un obiettivo prioritario, la tutela dei migranti. Un fine analogo a quello delle ong in campo in Europa.

A partire da quelle italiane, che La Verità dipinge in una corsa contro il tempo per ottenere l’approvazione dei progetti. Con Casarini e i suoi compagni – il cappellano della Mare Jonio Mattia Ferrari come raccordo dei rapporti intessuti nella vicenda alla fine del 2019 – alla ricerca di una conferma del pieno appoggio di don Ciotti ai loro progetti. Appoggio che il sacerdote ribadisce.

A questo punto le intercettazioni pubblicate dal quotidiano evidenziano, oltre che un linguaggio a dir poco assai esplicito, quella che il giornale diretto da Maurizio Belpietro definisce “una faida” tra ong. Con Mediterranea a competere con la ResQ di Milano cui sono vicini Cecilia Strada e l’ex pm Gherardo Colombo (nei colloqui anche “accusata” di aver millantato in comunicazioni di posta elettronica l’appoggio del sacerdote antimafia). Una “corsa contro il tempo” per la quale era necessario arrivare per primi. Adeguatamente sostenuti, oltre che incoraggiati. Tra i propositi, quello di contattare anche Aboubakar Soumahoro, all’epoca non ancora finito nello scandalo di moglie e suocera.


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