Caso Almasri, approfondimenti sulle comunicazioni tra le persone coinvolte
Si avvia verso la conclusione l’indagine del Tribunale dei ministri sul caso Almasri, ovvero sulla mancata consegna del generale libico alla Corte penale internazionale da parte del governo italiano. La chiusura dell’inchiesta apre ora la strada a due scenari: archiviazione o richiesta di rinvio a giudizio per uno o più membri dell’esecutivo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi. Le ipotesi di reato ipotizzate sono favoreggiamento, peculato e, per il solo Nordio, anche omissione di atti d’ufficio. A rivelarlo sono oggi Il Corriere della Sera e La Repubblica, che ricostruiscono i passaggi chiave della vicenda avvenuta lo scorso gennaio, quando Almasri – accusato di crimini contro l’umanità – venne fermato dalla Digos a Torino. Secondo gli atti, già nel primo pomeriggio di domenica, il capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, era stata informata dell’arresto e diede disposizioni ai magistrati del Dipartimento degli affari di giustizia di agire con massima cautela, suggerendo addirittura l’uso dell’app criptata Signal per comunicare. In una mail inviata da Luigi Birritteri, allora capo del Dag (poi dimessosi), si segnalava la mancanza dell’autorizzazione all’arresto e si cercava un modo per sanare l’irregolarità e procedere alla consegna. Bartolozzi rispose di essere già informata, raccomandando riserbo. Questo scambio di comunicazioni, sembrerebbe smentire le dichiarazioni del ministro Nordio, che aveva affermato che il suo ufficio fu messo al corrente solo il lunedì 20 gennaio. Ma soprattutto, secondo fonti giudiziarie, dimostra che l’Italia aveva il tempo e la possibilità di rimediare all’errore procedurale, ma non ha voluto farlo per una scelta politica, determinando così il mancato trasferimento di Almasri all’Aja. Ora si attende la decisione del Tribunale dei ministri, che potrebbe avere conseguenze politiche e giudiziarie di rilievo per l’esecutivo.
Torna alle notizie in home