Politica

Caso Boccia, da Sangiuliano nessuna novità degna di nota

di Lino Sasso -


Sul caso Boccia il ministro della Cultura si è prodigato in 20 minuti di intervista al telegiornale della prima rete televisiva italiana senza che di fatto emergesse alcun elemento di novità. Salvo per chi è più avvezzo al gossip, che al ministro e al governo, giustamente, provoca tanta noia, che alla sostanza della questione, perché i pettegolezzi di carattere personale nulla hanno – e nulla devono avere – a che vedere con la politica e, soprattutto, con le vicende di carattere, invece, istituzionale. Eppure Sangiuliano sembra aver sposato proprio quella modalità che per primo ha contestato. Sia chiaro, da un punto di vista umano la reazione, il disagio e lo stesso imbarazzo del ministro sono assolutamente comprensibili e anche meritevoli di sincera comprensione, ma a nulla valgono rispetto al nocciolo della questione del caso Boccia. La poltrona da ministro non è il trono di Uomini e Donne, tantomeno il dicastero della Cultura è lo studio televisivo del programma Stranamore. Confondere i piani significa fare il gioco dei tanti moralisti della politica e dei moralizzatori esclusivamente con gli affari degli altri che hanno fatto retrocedere di decenni la vita istituzionale della Repubblica, regredendo verso uno Stato etico invece di favorire l’evoluzione di quello di diritto. E che sia proprio il centrodestra a prestare il fianco a questo medievale ritorno al passato è sinceramente deludente. La situazione personale e quella familiare di Gennaro Sangiuliano meritano il massimo e incondizionato rispetto, ma la posizione non dell’uomo, bensì del ministro Sangiuliano deve essere scevra da ogni dubbio di carattere squisitamente politico. La situazione sentimentale del titolare della Cultura può più o meno appassionare, ma sono gli aspetti istituzionali di quanto è o meno accaduto al ministero che devono essere necessariamente chiariti. Il ruolo di Maria Rosaria Boccia deve essere definito nei minimi dettagli per fugare ogni dubbio e spazzare le numerose ombre che ormai aleggiano sul ministero di via del Collegio Romano. Poco importa se la donna sia stata negli uffici del ministero 4, 5 o 100 volte, quel che conta è perché è stata lì e ancora più rilevante è chiarire cosa ha fatto in quei luoghi, a che titolo e con quale mandato ha avuto accesso a documenti interni, riservati o meno che fossero. Lo stesso vale per le trasferte effettuate con Sangiuliano. E a tutto questo una risposta sul caso Boccia non è ancora stata fornita.


Torna alle notizie in home