Caso di Garlasco, Soldani shock contro il collega Lovati: “È da pestare a sangue”
Il legale non ha gradito le rivelazioni sui pagamenti in nero degli Stasi agli avvocati
Soldani contro Lovati, scontro frontale tra gli avvocati che nel 2017 difesero Andrea Sempio nel caso del delitto di Garlasco. Nel giorno in cui è trapelato che il padre del nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi è accusato di aver corrotto l’ex pm Venditti, a riaccendere i riflettori sui legali di uno dei procedimenti giudiziari più discussi degli ultimi anni è un audio captato dall’inviata di Ore 14, il programma di Rai2 condotto da Milo Infante. La giornalista ha registrato una conversazione informale mentre si trovava ancora fuori dallo studio dell’avvocato Federico Soldani, poco prima di essere ricevuta.
La frase schock: “Lovati è da pestare a sangue”
Nel passaggio più forte dell’audio, Soldani cita il collega Massimo Lovati, con cui aveva condiviso la difesa di Sempio insieme all’avvocato Simone Grassi. “Lovati è proprio uno da pestare a sangue. Io non posso neanche chiamarlo per dirglielo”, si sente dire nel dialogo. Il contesto è chiaramente quello di uno sfogo legato alle recenti dichiarazioni pubbliche di Lovati. L’ex difensore di Sempio che ha parlato di presunti pagamenti in nero da parte della famiglia Sempio ai legali della difesa. Una ricostruzione che a Soldani proprio non va giù: “Tu vai a dire al mondo come ti pagano i tuoi clienti in un processo penale? Tu sei malato! Mi ha scritto Garofano un sms”, tuona.
“Se Lovati beve prima di andare in trasmissione…”
Quando l’inviata si presenta, Soldani comunica la sua decisione di non commentare pubblicamente la storia dei presunti pagamenti in nero. A proposito del collega, però, aggiunge: “Lovati può dire quello che vuole, se beve prima di andare in trasmissione non è colpa mia. Se vengo interpellato dagli organi giudiziari io rispondo a loro, non ai giornalisti”. Un altro commento non troppo lusinghiero rivolto al collega con il quale ha condiviso la difesa di Andrea Sempio. L’avvocato insiste sulla decisione di non voler parlare parlare con la stampa, considerandosi già eccessivamente esposto mediaticamente senza fondamento: “Non dico niente, non dico che è vero o no. Uno può anche dire che ho ucciso uno dietro l’angolo, qual è il problema? Non è vero. Qui mi hanno infangato”.
La linea di Soldani: parlare solo davanti ai magistrati
Sollecitato sulle accuse relative ai presunti pagamenti, Soldani però chiarisce: “Questo lo hanno detto gli altri, non io. Per me è importante non parlare. Io parlo se mi viene chiesto dalla magistratura, non ai giornalisti”. Il tutto mentre si ipotizzano nuovi scenari sull’uccisione di Chiara Poggi.
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