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Caso Garlasco: Dna ignoto nel tampone di Chiara, in vendita online video autopsia

La nuova traccia non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, già condannato per l'omicidio, né all'indagato Andrea Sempio

di Angelo Vitale -


Il caso Garlasco al suo ennesimo colpo di scena: tracce di Dna maschile ignoto sono state identificate su un tampone orale di Chiara Poggi mai sottoposto ad analisi in tutti questi anni. Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, da un primo confronto preliminare avvenuto durante l’incidente probatorio, emergerebbe che la nuova traccia non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, già condannato per l’omicidio, né all’indagato Andrea Sempio, ma a una terza persona ancora sconosciuta. E il Garante sulla Privacy blocca la vendita online di un video dell’autopsia.

Il tampone mai analizzato

Sul tampone orale (praticato all’interno della bocca) di Chiara Poggi è emerso un cromosoma Y (un Dna maschile, ndr) che “risulterebbero sovrapponibili all’aplotipo di Ernesto Gabriele Ferrari” assistente del medico legale che ha eseguito i primi rilievi sul corpo della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Sono i primi riscontri delle analisi del tampone effettuate nell’ambito dell’incidente probatorio in corso nella nuova indagine che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

Caso Garlasco, le indagini continuano

Il condizionale, come la prudenza, è d’obbligo, essendo “una valutazione assolutamente preliminare realizzata sulla prima estrazione di cromosoma Y”, e dunque i risultati “non sono ancora consolidati perché non ancora ripetuti. Quello che c’è – pochissimo e parziale – risulta sovrapponibile all’assistente del medico legale” fa sapere una fonte all’Adnkronos.

Il dato, se confermato, rivelerebbe dunque un “inquinamento” da parte chi è intervenuto subito sulla scena del crimine e non la presenza invece di un killer sconosciuto. Finora i risultati acquisiti dai periti incaricati dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli portano alla stessa vittima o ad Alberto Stasi, l’allora fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio di quasi 18 anni fa.

Le ultime novità sul delitto di Garlasco “spostano soltanto l’equilibrio della possibilità di inquinamento delle prove che ci fu durante la prima indagine, per il resto non abbiamo elementi concreti per poter dire altro”, ribadisce l’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ospite di Quarto Grado su Rete 4.


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