Attualità

Caso Paolo Mendico, la procura pronta ad ascoltare quattro adolescenti

Insieme all'indagine penale anche l'ispezione del Ministero dell'Istruzione all'istituto comprensivo Guido Rossi

di Eleonora Ciaffoloni -


Potrebbero essere ascoltati già nelle prossime ore quattro ex compagni di classe di Paolo Mendico, il quindicenne che si è tolto la vita nei giorni scorsi nella sua abitazione a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. La procura per i minorenni di Roma valuterà se convocarli nell’ambito dell’inchiesta aperta per istigazione al suicidio dalla procura di Cassino l’11 settembre, giorno in cui il ragazzo è stato trovato privo di vita. I giovani non sono indagati, ma sono stati indicati dal padre, Giuseppe Mendico, come coloro che avrebbero tormentato Paolo nel primo anno delle superiori. “Non ce l’abbiamo con tutti – ha dichiarato il genitore – in classe c’erano anche ragazzi bravi. Ma la scuola ha ignorato le mie denunce”.

Suicidio di Paolo Mendico, le testimonianze dei genitori

Nei giorni scorsi i carabinieri hanno ascoltato anche le due sorelle del quindicenne. Dai loro racconti emerge una vicenda di vessazioni che avrebbe avuto origine già alle elementari: materiali scolastici distrutti, insulti umilianti, minacce e prese in giro continue. Paolo veniva deriso con appellativi offensivi come “femminuccia” o “Paoletta”, e persino paragonato ironicamente al cantante Nino D’Angelo. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, la prima segnalazione dei genitori risalirebbe a cinque anni fa, quando una maestra avrebbe addirittura incitato la classe a una “rissa” contro il bambino.

Il padre parla di oltre quindici denunce presentate negli anni a docenti e dirigenti, senza che i servizi sociali fossero mai coinvolti. “Le insegnanti prendevano nota, ma non succedeva nulla”, ha spiegato. L’ultimo messaggio del ragazzo, scritto sulla chat della classe, resta un grido di dolore: “Riservatemi un posto in prima fila”.

L’ispezione del Ministero

Parallelamente all’indagine penale, anche il Ministero dell’Istruzione ha aperto un’ispezione. Due funzionari hanno già raggiunto l’istituto comprensivo “Guido Rossi”, dove Paolo aveva frequentato le elementari e parte delle medie prima di cambiare scuola. La madre ha raccontato che la decisione di trasferirlo fu presa perché “i professori proteggevano un bullo”.

Il ministro Giuseppe Valditara ha affidato a un post su X il suo commento: “Seguo con grande attenzione il drammatico caso di Paolo. La nostra ispezione sarà coordinata con la magistratura. Radicare la cultura del rispetto è un dovere”.


Torna alle notizie in home