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Caso Paragon, lo scandalo si allarga: spiato Caltagirone

Le rivelazioni di IrpiMedia: l'imprenditore ed editore caduto nella trappola del software in una chat Whatsapp

di Angelo Vitale -


Si allarga al mondo della finanza il caso Paragon: spiato pure Francesco Caltagirone.

Caltagirone spiato da Paragon

Francesco Gaetano Caltagirone, editore e imprenditore, tra i più ricchi d’Italia, risulta tra le vittime dello spyware sofisticato Graphite, sviluppato da Paragon Solutions.

Il caso, emerso a dicembre 2024, rivelato da un’inchiesta de La Stampa e IrpiMedia.

La dinamica dell’attacco ha coinvolto l’inserimento di Caltagirone in una chat WhatsApp insieme ad altri contatti. In quella chat è stato inviato un file Pdf corrotto che ha attivato automaticamente lo spyware, sfruttando una vulnerabilità dell’app senza bisogno che qualcuno aprisse il file.

Circa un mese dopo l’inserimento nella chat, WhatsApp ha inviato una notifica che ha informato Caltagirone e gli altri utenti della presenza di Graphite e della sua rimozione.

Nessuna replica, finora, dall’imprenditore sui fatti che emergono.

Il caso Paragon

L’azienda israeliana Paragon Solutions ha comunicato di aver cessato la fornitura di questo software allo Stato italiano dopo lo scandalo che ha coinvolto anche giornalisti, attivisti e ora, per la prima volta, un esponente del mondo della finanza.

Che – sottolinea IrpiMdedia – “è uno dei protagonisti della serie di operazioni che stanno ridisegnando l’assetto finanziario del Paese, azionista di Generali, Mps e Mediobanca, quest’ultima acquisita proprio da Mps (partecipata dallo Stato tramite il Mef, ndr)”.

L’intervento del Copasir

IrpiMedia scrive pure che il Copasir aveva compiuto ispezioni “per esplorare il ventaglio di possibilità nelle sedi di Aise e Aisi (rispettivamente, i servizi segreti per l’estero e quelli domestici) chiedendo di vedere i rispettivi server dai quali interagiscono con Paragon”.

Controllati, all’epoca, database e registri di audit. un intervento per accertare l’effettivo utilizzo dello spyware e per valutare la gestione degli accessi, senza trovare prove di cancellazioni unilaterali di dati da parte dei servizi.

Le rivelazioni odierne ripropongono ora la necessità di un ulteriore approfondimento.


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