Caso Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia rischia il processo
La Procura di Roma ha notificato all'imprenditrice l'atto di conclusione delle indagini
Maria Rosaria Boccia, protagonista della vicenda che ha portato alle dimissioni dell’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, rischia di finire a processo. La procura di Roma ha infatti notificato all’imprenditrice, originaria di Pompei, l’atto di conclusione delle indagini che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio.
Boccia è indagata per stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni dell’ex ministro. Contestato anche il reato di false dichiarazioni nel curriculum redatto per l’organizzazione di eventi. Nel procedimento risultano parti offese Sangiuliano, sua moglie e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli.
Caso Sangiuliano: cosa è successo e perché Maria Rosaria Boccia rischia il processo
Nel tardo agosto 2024, Maria Rosaria Boccia, imprenditrice ed ex compagna del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, pubblica su Instagram una foto con il ministro, ringraziandolo per una presunta nomina come “Consigliere per i Grandi Eventi” al Ministero della Cultura. Il post, corredato da screenshot, email e riferimenti istituzionali, fa il giro dei media e scatena un’ondata di polemiche.
Lo staff del ministro smentisce subito la nomina ufficiale, ma la vicenda degenera rapidamente. Boccia insiste, diffonde altri documenti e afferma di essere stata coinvolta in attività istituzionali del Ministero. La situazione si complica ulteriormente quando emergono voci su una relazione sentimentale tra Boccia e Sangiuliano.
Il 4 settembre 2024, in un’intervista al TG1, Gennaro Sangiuliano ammette l’esistenza della relazione extraconiugale e afferma di aver valutato l’ipotesi di nomina della Boccia, poi mai formalizzata. Due giorni dopo, il 6 settembre, il ministro presenta le sue dimissioni da capo del Ministero della Cultura.
Nel frattempo, la Procura di Roma apre un’inchiesta. Sangiuliano viene iscritto per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, mentre Maria Rosaria Boccia è indagata per presunte minacce, violazioni della privacy e altri reati. Il caso si aggrava a settembre, quando viene scoperto che Boccia aveva portato con sé occhiali-spia durante un accesso a Montecitorio: la donna viene ufficialmente interdetta dall’ingresso in Parlamento.
Nella primavera 2025, il Tribunale dei Ministri archivia definitivamente le accuse contro Sangiuliano. L’ex ministro esce quindi formalmente dal procedimento giudiziario. Le indagini su Maria Rosaria Boccia, invece, proseguono: a luglio 2025 la Procura di Roma le notifica la conclusione delle indagini preliminari e formula ipotesi di reato tra cui stalking, lesioni, diffamazione aggravata, violazione della privacy e false dichiarazioni a pubblico ufficiale. Secondo i magistrati, Boccia avrebbe messo in atto una vera e propria campagna persecutoria nei confronti di Sangiuliano, della sua famiglia e di un funzionario ministeriale.
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