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Catcalling, Anna Falchi se ne frega: “Io non mi offendo, anzi: mi fa sorridere”

Per novantanove attrici e starlette che lamentano con lo sguardo melanconico di aver subito molestie indicibili quali il catcalling, ce n’è una (per fortuna) che la prende con leggerezza: è il caso di Anna Falchi che, parlando del caso delle molestie che sarebbero state messe in atto dagli alpini al raduno di Rimini, si dissocia dalla vulgata neo femminista.

di Ilaria Paoletti -


Ospite di Un Giorno da Pecora su Radio1, la Falchi dice: “Viva, sono contenta, non mi offendo per niente, dopo i 50 anni ce ne fossero”. “E poi magari sono pure carucci quelli che mi fischiano – dice la showgirl -, Mi piace, mi fa sorridere”. La conduttrice, che ha da poco compiuto 50 anni, confessa anche di non sentirsi più un sex symbol. “Ho la crisi di mezza età, mi sento una quarantenne ma non sono più un sex symbol, ho già dato da quel punto vista”. “L’ultima volta mi hanno detto ‘sei meglio da vicino che da lontano’”, racconta ancora la soubrette italo-finlandese. Altro che mascolinità tossica a cultura del patriarcato, insomma: solo sano apprezzamento delle forme femminili. “Poi ci lamentiamo che non ci sono più gli uomini di una volta, che non ci corteggiano più… certo, gli mettiamo tutta questa pressione, sono terrorizzati. Lasciamoli essere anche un po’ maschi, anche un po’ rozzi”, sintetizza mirabilmente la showgirl. La quale ammette candidamente di aver provato lei stessa a fare catcalling “ai danni” di un uomo, avvicinandolo per strada: “Mi è capitato di abbassare il finestrino – racconta la conduttrice -, avvicinare un bell’uomo e dirgli: ‘Ehi, ciao bel ragazzo, dove vai senza di me?’. Poi dopo sono andata via vergognandomi…”. Lui, invece, sarà tornato a casa con un ego visibile dalla Luna.


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