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Cercasi mani straniere per i campi Coldiretti: “Serve un altro decreto”

di Eleonora Ciaffoloni -

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In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere. Ciò spiega la presenza, nel settore agricolo, di 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi stranieri, con una copertura di circa il 30% delle giornate di lavoro necessarie al settore. Questi dati del Dossier Idos spiegano chiaramente il quadro e il funzionamento nelle nostre campagne che, in vista della stagione calda degli imprenditori agricoli, preoccupano Coldiretti. “Nelle campagne con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno centomila lavoratori per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali” afferma il presidente della confederazione nazionale agricola Ettore Prandini. Numeri alti, ma reali e che sono stati confermati nella giornata di ieri quando le domande di ingresso necessarie per il lavoro stagionale hanno superato le disponibilità. Difatti, il tanto atteso “click day” per la presentazione in via esclusivamente telematica delle domande per i lavoratori extra comunitari che aperto ieri alle ore 9, dopo appena due ore è andato in overbooking. Nonostante l’aumento dei posti previsti dal cosiddetto Decreto Flussi del 26 gennaio scorso – 82.705 quest’anno rispetto ai 69.700 dell’anno precedente – le domande sono andate oltre la disponibilità, per un totale di 238mila. Una dimostrazione, ha dichiarato Coldiretti con una nota, che “conferma la mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell’economia”.
Coldiretti, difatti, a seguito dell’approvazione del Dl Flussi aveva già lanciato l’allarme sulla necessità di allargare il numero di ingressi dei lavoratori, anche e soprattutto in riferimento a ciò che successe l’ultima volta (nel 2022), con l’arrivo di oltre 200 mila domande – a fronte delle scarse 70mila disponibilità. Numeri che anticipavano bene ciò che è accaduto ieri con il “click day”, con l’evidenza che anche la nuova quota non basterà a coprire le richieste che arrivano dal mondo del lavoro. Anche perché, a fronte di una esigenza di centomila lavoratori nelle campagne, delle quasi 83mila disponibilità del decreto, soltanto poco più della metà arriverà nelle campagne. “L’agricoltura potrà contare su circa 44 mila unità” fa sapere Coldiretti, ma nel conteggio va incluso anche il settore turistico-alberghiero. E non solo. Le domande in eccesso sopra al totale delle disponibilità resteranno bloccate tra procedura online e burocrazia, con un possibile – anzi, inevitabile – disagio per gli imprenditori agricoli (ma anche altri settori di lavoro stagionale) che non potranno far fronte alla mole di lavoro.
Proprio per questo, il presidente di Coldiretti, vede la necessità di affrontare queste carenze con “un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge” ma con una nuova accortezza: “è importante anche il nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto nella Manovra dal Governo e sostenuto da Coldiretti che porta una rilevante semplificazione burocratica per facilitare l’avvicinamento dei cittadini italiani al settore agricolo”. Un modo per risolvere – almeno in parte – il problema del lavoro stagionale introducendo a questa tipologia di occupazione anche lavoratori provenienti da altre categorie. Al sistema potranno accedervi pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno.

Eppure, nonostante la grande richiesta di manodopera, rimangono i lavoratori extracomunitari ad essere destinati ai flussi – appunto – del lavoro stagionale. Esplicativo il grido di aiuto degli imprenditori agricoli del Piemonte “Senza l’aiuto dei migranti nelle Langhe invece del Barolo venderemmo zolle di terra”. Le previsioni lo dicevano, ma ora che abbiamo assistito al fallimento del click day, la temperatura – e non solo per la stagione – inizia ad alzarsi.

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