Cultura & Spettacolo

Cesare Rascel: “Con il cuore leggero sul palcoscenico (anche) della vita”

Figlio dell’indimenticabile Renato, ha saputo unire talento, autorevolezza e poliedricità.

di Nicola Santini -


Produttore, conduttore, autore, cantante e molto altro. Ha dimostrato di riuscire a fare tante cose e bene Cesare Rascel. Figlio dell’indimenticabile Renato, Cesare nel corso degli anni ha saputo costruire una carriera artistica fatta di talento, autorevolezza e poliedricità.

Di recente hai condotto il Mab2025. Che esperienza è stata?
Il fatto che la famiglia Beretta-Berlusconi mi abbia affidato la conduzione di un evento a loro così caro, che porta il nome della sorella del Cavaliere, Maria Antonietta Berlusconi, è stato per me un vero onore. Provenendo dal mondo della musica e della televisione, mi sono avvicinato per la prima volta all’universo della danza classica, trovandomi immerso in un cerimoniale ricco di riti, tradizioni e grande disciplina. Un mondo affascinante, gestito con impeccabile eleganza dalla General Manager Gisella Zilembo e dal Presidente dell’associazione, Silvio Beretta. Ho avuto il privilegio di presentare la finale dell’edizione statunitense a New York, conducendo per la prima volta un’intera serata in inglese. E poi al Teatro Manzoni di Milano, il 9 giugno, per condurre la finale italiana. Emozionato, certo, ma con il cuore più leggero e la consapevolezza di far parte di un evento davvero speciale.

Hai prodotto, inoltre, il Mad TV Dance Contest 2025…
Il MAD (Musica Arte Danza) è nato in teatro a Mantova e l’anno scorso ha fatto il salto in televisione approdando su Donna TV, dove attualmente stanno andando in onda le puntate della seconda edizione. Il programma è frutto della magistrale direzione artistica di Giusi Ruscillo e della conduzione brillante, ironica e puntuale di Ernesto Trapanese. Sono loro a tessere la trama di questo contest di danza appassionante, dove si confrontano giovani talenti di fronte a una giuria residente composta dal Maestro Alessandro Rende, Francesca Cama e Giorgio Albanese.

Ultimamente ti abbiamo visto tra gli ospiti del programma di Rai1 Weekly. Come ti sei trovato?
È stata una puntata davvero speciale. Negli anni ho partecipato a molte rievocazioni della carriera di mio padre ma questa ha avuto qualcosa di diverso, di particolarmente riuscito. Raccontare oltre sessant’anni di storia artistica in venti minuti non è impresa semplice, ma gli autori sono riusciti a trovare un equilibrio raro tra emozione e sintesi. Merito anche di Fabio Gallo e Lorella Boccia, due professionisti straordinari che hanno saputo dare al racconto un taglio moderno ma al tempo stesso rispettoso, toccando la memoria collettiva di moltissimi italiani.

Ti piacerebbe, un giorno, riproporre in Rai il Premio Rascel?
Moltissimo! La prima edizione del Premio Rascel è stata un successo straordinario. Poi, purtroppo, è arrivata la pandemia e… Rimettere in piedi un progetto di quella portata richiede energie, tempo e soprattutto il supporto giusto. Ma non ho mai smesso di crederci e spero di riuscirci nel 2026.


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