Esteri

Cessate il fuoco a Gaza: incontro al Cairo in corso tra al-Sisi, Macron e Abdullah II

di Ernesto Ferrante -


Si sta tenendo al Cairo il vertice trilaterale a cui partecipano i presidenti di Egitto Abdel Fattah al-Sisi e Francia Emmanuel Macron, e il re di Giordania Abdullah II. Secondo una dichiarazione ufficiale giordana, i tre leader hanno invitato la comunità internazionale a fare pressione per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e garantire ripresa dei flussi di aiuti.

Una delegazione di Hamas andrà in Egitto domenica. A riportare la notizia è il quotidiano Al-Araby Al-Jadeed. I delegati del gruppo islamista dovrebbero discutere degli sforzi di mediazione egiziani volti a garantire una tregua nella Striscia di Gaza e a promuovere la riconciliazione con Fatah.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è negli Stati Uniti. Incontrerà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca alle 13 ora locale (le 19 in Italia). I due rilasceranno dichiarazioni congiunte alla stampa nello Studio Ovale. Per le 14 è previsto un incontro privato.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha denunciato che quindici suoi operatori, uccisi dalle forze israeliane lo scorso 23 marzo nel sud dell’enclave palestinese, sono stati colpiti nella parte superiore del corpo “con l’intento di uccidere”. Lo ha dichiarato il presidente dell’organizzazione in Cisgiordania, Younis Al-Khatib, nel corso di una conferenza stampa a Ramallah, citando i risultati delle autopsie dalle quali è emerso che tutte le vittime, definite “martiri”, “sarebbero state colpite alla parte superiore del corpo”.

L’attacco, avvenuto pochi giorni dopo la ripresa dell’offensiva israeliana a Gaza, ha causato la morte di otto membri della Mezzaluna Rossa, sei della protezione civile locale e di un dipendente dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. I corpi sono stati trovati in una fossa comune a Tal al-Sultan, nei pressi di Rafah, come riferito dall’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha).

“Perché avete nascosto i corpi?”, ha chiesto Khatib, chiamando in causa le forze israeliane coinvolte nell’attacco. Hamas ha accusato Israele di aver deliberatamente tentato di occultare quanto accaduto.

Ocha ha precisato che i primi colpi sono stati sparati contro un gruppo di soccorritori. Successivamente è stato aperto il fuoco contro le squadre giunte per prestare aiuto.

Il capo dei diritti umani dell’Onu, Volker Turk, ha affermato che l’episodio potrebbe costituire un crimine di guerra. Lunedì il portavoce del governo israeliano David Mencer ha detto che tra le vittime vi erano sei militanti di Hamas. Khatib ha respinto la versione, affermando che in cinquant’anni lo Stato ebraico “non è riuscito nemmeno una volta a dimostrare che la Mezzaluna Rossa o il suo personale trasportino o usino armi”.

La Germania ha sollecitato un’indagine urgente sull’accaduto. “Ci sono domande molto significative sulle azioni dell’esercito israeliano”, ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri Christian Wagner, dopo che sono emerse nuove riprese video che smentiscono le affermazioni di Israele sulle circostanze dell’azione.

“Sono necessarie indagini urgenti e accertamenti sui responsabili”, ha aggiunto Wagner, sottolineando che “indagare a fondo sull’incidente sarà “una questione che in ultima analisi inciderà sulla credibilità dello Stato costituzionale israeliano”, ha affermato il portavoce.

Dieci cittadini britannici sono accusati di aver commesso crimini di guerra mentre prestavano servizio per l’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. A scriverlo è stato il Guardian in esclusiva, spiegando che l’avvocato Michael Mansfield, che si occupa della difesa dei diritti umani nel Regno Unito, presenterà oggi a Scotland Yard un rapporto di 240 pagine in merito.

Nel testo si denunciano uccisioni mirate di civili e operatori umanitari, anche tramite colpi sparati da cecchini, e attacchi indiscriminati contro aree civili, tra cui ospedali, monumenti storici e siti religiosi. I cittadini britannici sono anche accusati del trasferimento e sfollamento forzato di civili palestinesi.

Mansfield è stato durissimo: “I cittadini britannici hanno l’obbligo legale di non colludere con i crimini commessi in Palestina. Nessuno è al di sopra della legge”.


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