Cgil pronta allo sciopero generale, Landini: Vogliamo unire il Paese
La Cgil torna in piazza a Roma “per sollecitare il Governo a cambiare rotta e chiedere misure concrete per il lavoro e contro la precarietà, l’aumento di salari e pensioni e il contrasto alla povertà, la sanità e la scuola pubblica, la tutela dell’ambiente, la difesa e l’attuazione della Costituzione e contro l’autonomia differenziata, la pace e contro tutte le guerre”. Al fianco dei militanti del sindacato, i vertici di Pd e Verdi e Sinistra Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, oltre a una rappresentanza dei 5Stelle.
“La via maestra. Insieme per la Costituzione” è lo slogan dell’iniziativa lanciata da corso d’Italia con più di 100 associazioni e reti – in mattinata un episodio a Treviso, poi chiarito, di un bus privato raggiunto da sassi dal cavalcavia tra quelli del sindacato in arrivo a Roma -. Due i corteida piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani per arrivare a San Giovanni, la piazza delle storiche manifestazioni sindacali.
La manifestazione è un’ulteriore tappa della mobilitazione avviata già da molte settimane dalla Cgil e che potrebbe portare anche alla proclamazione dello sciopero generale. Il giudizio di Landini sulle politiche del Governo e, in particolare, sul confronto con il premier Giorgia Meloni è negativo. “Si tratta di un dialogo finto”, ha detto a più riprese il numero uno della Cgil, sottolineando che ad oggi non ci sono risposte alle richieste e alle rivendicazioni contenute nelle piattaforme presentate unitariamente con Cisl e Uil.
“E’ il momento di prendere la parola, di difendere la democrazia e di ribellarci per cambiare il nostro Paese e per dare un futuro ai giovani. La Costituzione è la nostra ‘Via maestra’ e noi la vogliamo realizzare”, ha affermato Landini in un appello postato sui social.
AGGIORNAMENTO
Nei due cortei, alla testa di quello di piazzale dei Partigiani, uno striscione con la scritta “Il governo ci affama: casa, reddito e salario”. In piazza anche i rappresentanti di “Nonna Roma”, un`associazione che tra l`altre cose chiede il ripristino del reddito di cittadinanza. Con la Cgil, in piazza più di 100 associazioni e reti della società civile.
Il segretario Landini chiede che il governo ascolti questa piazza: “E` una bellissima giornata, una grande manifestazione. Sono insieme con noi centinaia di associazioni con culture e storie diverse. Il messaggio di oggi è unire le diversità, unire il Paese e chiedere che il mondo del lavoro che lo tiene in piedi si è messo nella condizione di poter discutere e definire il futuro facendo quelle riforme di cui c`è bisogno. A partire da un lavoro che non sia precario, da una riforma fiscale degna di questo nome e soprattutto attuando la Costituzione – ha aggiunto – il messaggio che vogliamo dare con `La via maestra` è che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione devono essere oggi attuati, applicati. Siamo quindi contrari a qualsiasi idea di modifica della Costituzione e per questo chiediamo al governo di cambiare le proprie politiche economiche, sociali e anche istituzionali”.
Quello che lancia la Cgil “è un grande messaggio di chi dice `prima di prendere decisioni, ascoltateci. Troviamo delle soluzioni`. Non siamo qui per protestare, ma per indicare la via maestra, il futuro di questo Paese”. E ancora: “Chiediamo che chi lo tiene in piedi, le persone che lavorano e quelli che oggi sono in pensione, venga ascoltato – ha aggiunto – e che sia protagonista di questo cambiamento e che non sia quello che deve pagare un prezzo. Oggi c`è una grande partecipazione, con 250 associazioni e reti di cittadinanza che nei comuni e nei territori costruiscono socialità e chiedono di essere ascoltate perché oggi questo non sta avvenendo”.
“Per quello che ci riguarda nei prossimi giorni – così Landini guardando agli altri sindacati – , visto che il governo deve fare la legge di bilancio, proporremo a Cisl e Uil a fronte delle assenze che già vediamo nella manovra di proseguire quella mobilitazione, unitariamente, che abbiamo fatto a maggio e per quello che ci riguarda oggi è il momento di farle. Insieme con loro discuteremo come proseguire una mobilitazione che porti a cambiare le politiche economiche e sociali sbagliate – ha detto – la domanda è vedere quanta gente c`è oggi. Abbiamo chiesto mandato anche sull`impegno a mobilitarci, arrivando anche a tutti gli strumenti che il sindacato può disporre. La risposta di oggi parla a tutti, a tutti quelli che vogliono rappresentare il lavoro, alle persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. C`è bisogno di dar loro voce e andare avanti su questa strada fin quando non avremo ottenuto delle risposte. Questa è una risposta unitaria e non esclude nessuno, vogliamo parlare con tutti”.
In piazza, diversificata la conta dei partecipanti al corteo. Maurizio Landini, dice “contateci, noi non diamo numeri”. E’ guerra dei numeri tra le oltre cento associazioni, che stanno sfilando insieme con la Cgil per le strade della capitale, mentre le voci che trapelano da ambienti ufficiali parlerebbero di 35mila presenze.
Maurizio Landini dal palco
“Faccio fatica a trovare le parole, l’emozione e la felicità di vedere una piazza così è enorme. Non tutti riusciranno a entrare in piazza per le tante persone che sono arrivate a Roma”. Queste le prime parole del leader della Cgil dal palco. Un Landini visibilmente emozionato. “Noi siamo quelli che vogliono unire questo Paese, non dividerlo, e siamo quelli che con il loro lavoro lo tengono in piedi”, ha detto.
Per il leader della Cgil, la piazza di Roma non è della sinistra o dell’opposizione al Governo. “Siamo di più, è la piazza che vuole unire tutto ciò che è diviso – ha detto dal palco di piazza San Giovanni – è la piazza di chi paga le tasse e tiene in piedi il Paese. E’ per questo che vogliamo essere ascoltati”.
Dalla piazza, slogan sulla più nota vertenza in corso e il richiamo allo sciopero generale. Il grido “La Marelli non si tocca”. Landini risponde “Sono d’accordo”. Poi la piazza invoca lo sciopero generale.
“Proprio perché abbiamo dei diritti, abbiamo il dovere di cambiare il Paese, una società che di fronte a leggi e scelte sbagliate ha aumentato le diseguaglianze. E’ il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che dobbiamo subire quello che altri decidono. Non siamo qui per protestare. No, siamo qui per cambiare la situazione. Vogliamo prenderci tutti insieme un impegno: con oggi non finisce la lotta per l’applicazione della Costituzione, comincia la lotta per l’applicazione della Costituzione”. Così il leader del sindacato concludendo la manifestazione.
Da Landini, una stoccata a Calenda: “In questi giorni ci sono state tante polemiche” in relazione alla vicenda Marelli e al gruppo Stellantis. “Vorrei ricordare che proprio da questa piazza il 16 ottobre del 2010 la Cgil e la Fiom dicevano che il più grande gruppo italiano, che allora si chiamava Fiat, anzichè fare gli investimenti stava attaccando i diritti per trovare un’altra strada. E se oggi paghiamo quello che sta succedendo nel settore dell’automotive, della mobilità e delle politiche energetiche – ha aggiunto riferendosi indirettamente anche alle critiche del leader di Azione, Carlo Calenda – è perché in questi 15 anni non ci sono stati investimenti e politiche industriali. Oggi ci chiedono dove eravamo noi. Loro erano dipendenti della Fiat e sono stati ministri. Dove erano loro?”.
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