Economia

Cgil a valanga: “Stellantis? Da governi e centrosinistra sudditanza psicologica”

di Cristiana Flaminio -


Cgil a valanga contro Stellantis. La decisione di “chiudere” Mirafiori anche a maggio ha fatto innervosire, ancora di più, le parti sociali. Che ora non nascondono disappunto e malumore e attaccano, a testa bassa, il colosso dell’automotive italo-francese. La Cgil a proposito di Stellantis parla, apertamente, di sudditanza psicologica dei governi nei confronti dell’universo (ex?): “Tutti i governi italiani, particolarmente grave per quelli di centrosinistra, hanno subito la sudditanza psicologica nei confronti della Fiat, e più che della Fiat della famiglia Agnelli, dei suoi quotidiani e della sua capacità di peso sul paese”, ha spiegato a Giù la Maschera su Radio 1 il segretario regionale del Piemonte Giorgio Airaudo. Che ha insistito: “È mancata una capacità di autonomia e di difesa. Per quel che riguarda l’accusa, al sindacato penso che questo non si possa dire per i metalmeccanici della Cgil. Noi ancora oggi viviamo una condizione di discriminazione dentro il gruppo Fiat non avendo firmato il famoso Ccsl, il contratto specifico di lavoro”. E ancora: “La Fiat ieri e oggi Stellantis è fuori dal contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici. Ha un proprio contratto. L’epilogo fu un referendum a Mirafiori – ha ricordato Airaudo – dove Marchionne promise salari tedeschi e nuova occupazione. E in questi quindici anni i salari italiani di Stellantis non sono quelli tedeschi e l’occupazione è diminuita. Quindi possiamo dire che Marchionne mentì”.

Diversa la posizione della Fim-Cisl secondo cui: “Stellantis è una multinazionale – afferma in un’intervista a Beemagazine il segretario Ferdinando Uliano – in questa nuova dimensione pensare a Torino come eravamo abituati ai tempi degli Agnelli non ha più senso. Nel gruppo Stellantis, Torino e l’Italia rappresentano una delle tre realtà più importanti insieme con la Francia e gli States”. Detto ciò, Uliano spiega: “Come fanno ormai tutte le case automobilistiche per ridurre i costi lavora su piattaforme modulari unificate sulle quali poi vengono allestite le carrozzerie dei vari modelli e brand. Per questo bisogna uscire dalla logica di produzione del secolo scorso dove c’era una pluralità di piattaforme diversificate su più modelli che venivano costruiti in loco. Oggi la progettazione delle piattaforme è un lavoro che coinvolge più gruppi a livello internazionale, con assegnazioni specifiche di sviluppo assegnate ai singoli Paesi”. Per la Fim-Cisl “la discussione sull’italianità è poco utile alla vera questione che è quella di tutela dei posti di lavoro e l`industria dell`auto nel nostro Paese. E questo si fa investendo sfruttando la presenza di quattordici marchi e sostenendo l`intera filiera del settore. Oggi in Italia si producono marchi Jeep e Dodge e tra poco Ds, che dovremmo fare, dire no? Bisogna orientare i finanziamenti, almeno in parte, a garanzia della produzione negli stabilimenti italiani, nella ricerca e sviluppo e a supporto dell`intera filiera della componentistica che in vista della transizione green è quella che subirà il maggiore impatto in termini di posti di lavoro. Ma anche nella riduzione del costo dell`energia e nelle infrastrutture a partire da quelle logistiche”.


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