Che brutto clima: bufere fiamme e polemiche sul cambiamento climatico. Parla il geologo Gnesotto
Che brutto clima: Bufere al Nord, fiamme devastanti al Sud e polemiche sul cambiamento climatico. Parla il geologo Gnesotto: “In media si muta ogni 400 anni. E non è colpa dell’uomo”.
Bufere di ghiaccio al Nord, fiamme devastanti al Sud. I danni nella sola Italia – ma si potrebbe continuare con Grecia, Portogallo, Spagna e Francia – si contano a centinaia di milioni di euro ogni anno. I governatori di Lombardia, Veneto, Sicilia, Calabria e Pugliai chiedono l’intervento del governo per un’emergenza nazionale che, in questi termini, pare non avere precedenti per la simultaneità di eventi avversi così diametralmente opposti. Avvenimenti riconducibili, secondo la maggior parte degli scienziati, al cambiamento climatico che sta cingendo d’assedio il globo per quanto è diventato estremo. Tanto che ieri pomeriggio il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, portoghese di 74 anni, commentando lo studio del “Copernicus Climate Change Service” secondo cui il mese di luglio 2023 sarà il più caldo mai registrato sulla terra, afferma: “L’era del riscaldamento globale è finita, è arrivata l’era dell’ebollizione globale. I leader mondiali devono agire”.
Cambiamento climatico: uomo e colpe
Ma è davvero colpa dell’uomo e dell’industrializzazione spinta che sta presentando il conto, oppure la storia dell’umanità periodicamente registra questi cambiamenti-stravolgimenti che segnano mutamenti epocali? Lo scontro ideologico che avvolge il terreno tradizionale della politica, e non solo quello, quando pensiamo alla cultura, sbarca di gran carriera anche nell’ambito dei cambiamenti climatici. Tanto che una parte della destra viene accusata di non sapere parlare di “emergenza climatica” col rischio di ulteriori cataclismi senza approntare adeguati piani di contrasto. Ma è proprio così? Chi è portatore di una valutazione scientifica diversa viene iscritto nel club dei negazionisti. Di questo non si cura il prof. Fausto Gnesotto, geologo e archeologo dell’Università di Trieste, per il quale ogni 400 anni “per cause astronomico-solari” si assiste a un mutamento del clima di cui l’uomo non è responsabile. E, pertanto, secondo questa tesi che fa molto discutere e che è minoritaria, il surriscaldamento durerà per altri 80 anni “in barba ad ogni nostro tentativo di contrastarlo con azioni comportanti un inutile danno economico e sociale”. Questa opinione scientifica del prof. Gnesotto, argomentata con una serie di esempi storici, incontra la disapprovazione di molti scienziati. Gnesotto si definisce un paletnologo ( studioso della cultura delle civiltà umane preistoriche e protostoriche analizzando i reperti), che utilizza la palinologia (il polline e altri elementi biologici microscopici attuali e fossili) “connessa ai carotaggi pollinici dei geologi per ricostruire l’ambiente climatico dei siti dei miei scavi archeologici”. Egli “stigmatizza che l’emergenza climatica venga affrontata su basi fuorvianti” perché ne parlano i meteorologi che hanno competenze per avvenimenti dal 1800 in poi e “non i geologi che sono i soli veri “storici” del clima”. Ecco che chi discute di clima oggi, dice Gnesotto, dimentica che il clima muta in media ogni 400 anni. Così dopo l’optimum climatico romano-imperiale, nell’Alto Medioevo dal 400 all’800 ci fu un raffreddamento, “sostituito da un innalzamento della temperatura in Pieno Medioevo”. Per Gnesotto permise la rivoluzione agricola del Mille, cui subentrò nel 1300 la Piccola Glaciazione che durò fino al 1680, cui seguì l’innalzamento della temperatura di cui soffriremo per altri 80 anni. Con buona pace “dei climatologi dell’Ipcc (che dettano legge)”, scrive il prof. triestino. “Ma lo Stato deve intervenire sulla prevenzione contro il cambiamento climatico”, taglia corto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
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