Chi guida l’impero di Arcore Storia di una dinastia italiana
L’impero finanziario di Silvio Berlusconi è l’impero di famiglia. Mentre si leggono sempre più retroscena secondo cui la primogenita del Cavaliere intenderebbe occuparsi anche di Forza Italia, quando non potrà più farlo il padre, una cosa è certa: Marina, tra i figli è quella che più somiglia al capofamiglia. Per attitudine e per fiuto per gli affari. E, quando sarà, saprà di certo esercitare il suo potere per spartire la torta di famiglia.
Torta davvero immensa, oltre che multistrato. Lievitata nei decenni. Berlusconi, da costruttore edile dagli anni ‘70, è riuscito a erigere un impero mediatico, sportivo e finanziario come mai prima di lui in Italia. Secondo Forbes, il Cavaliere ha un patrimonio da 6,8 miliardi di dollari: il terzo uomo più ricco d’Italia. Un ammontare enormemente cresciuto nei decenni, grazie all’incremento dei valori di Borsa delle società controllate. Per dare un ordine di grandezza: Berlusconi – e successivamente i suoi figli – hanno incassato cedole pari a 2,5 miliardi di euro. Una media di 85 milioni l’anno per trent’anni. Una ricchezza costruita prima con la Edilnord (che ha dato vita alle famose Milano 2 e poi Milano 3) e proseguita con Fininvest, la finanziaria costituita nel lontano 1978 e che ha sotto di sé i gioielli di famiglia. Stiamo parlando di Mediaset con la relativa raccolta pubblicitaria, Mediolanum, Mondadori, il Milan che ha vinto tutto (fino all’aprile del 2017) e oggi il Monza, portato in Serie A.
Questa però è soltanto una parte dell’impero. Ci sono infatti le holding personali di controllo, distribuite dal 2005 tra i due rami della famiglia: da una parte i figli Marina e Pier Silvio, dall’altra Luigi, Barbara e Eleonora, nati dal secondo matrimonio. Le Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava fanno capo al 100% al Cavaliere e tutte insieme posseggono il 61,2% della capogruppo. Poi ci sono le quote di Marina e Pier Silvio, pari al 7,65% ciascuna, raggruppate nelle Holding Italiana Quarta (Marina) e Quinta (Pier Silvio). Ai figli più giovani del Cavaliere Barbara, Eleonora, Luigi in quote proporzionali è andata la Holding Italiana Quattordicesima, che detiene il 21,42% della Fininvest.
Nel 2021, Fininvest vanta un attivo di 8,7 miliardi, ricavi per 3,8 miliardi con un patrimonio netto di gruppo di tre miliardi. Poi c’è Mediolanum, il gruppo bancario della famiglia Doris di cui Fininvest controlla il 30%. A bilancio vale appena 116 milioni ma sul mercato quella quota capitalizza 1,9 miliardi.
Nel 2022 i Berlusconi hanno già attinto alle riserve delle singole holding: il leader di Forza Italia ha preso liquidità per quasi 90 milioni, mentre Pier Silvio ha attinto 51 milioni dalla sua cassaforte e Marina 29 milioni. A conti fatti, dalla sua discesa in politica ad oggi, fanno 1,5 miliardi intascati direttamente dal Cavaliere. Il resto è in mano ai cinque figli. Poi c’è il patrimonio. Le quattro holding personali del Cavaliere hanno in carico il 61% di Fininvest al costo storico di 237 milioni di euro. Ma il capitale netto del Biscione è di 1,59 miliardi: una ricchezza inespressa di almeno sette volte.
Poi ci sono diverse immobiliari, che ricadono in parte sotto la Fininvest Real Estate & Services. Sotto cui si trova per esempio Villa Gernetto, nota anche perché vi svolge i ritiri il Monza. In questa sub-holding, oltre alle ville e agli sviluppi immobiliari, si ritrova anche Alba Servizi Aerotrasporti, la società che gestisce la flotta aziendale. Oltre all’elicottero Agusta classe 2006, ci sono tre jet, due dei quali entrati in esercizio in tempi recenti: un Gulfstream G550 del 2018 e un Hawker 800 XP di meno di due anni fa.
Berlusconi ha poi conservato al di fuori della capogruppo altre proprietà, custodite attraverso la holding immobiliare Dolcedrago, la cui controllata Immobiliare Idra gestisce alcune delle case di famiglia, compresa Villa Certosa, in Costa Smeralda. Il patrimonio immobiliare della Idra è iscritto a bilancio per 426 milioni.
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