Politica

“Chi non vota non è un buon italiano” E Berlusconi adesso ci crede

di Edoardo Sirignano -


Il leone è ferito, ma non è morto. Silvio Berlusconi torna a ruggire. In una campagna amministrativa al sonnifero, è proprio il fondatore del centrodestra a suonare la sveglia. Il Cav non può essere in piazza, ma non rinuncia a mandare il proprio sostegno alle truppe di Arcore. I sondaggi parlano di ripresa per gli azzurri e l’occasione non può essere sprecata. Lo sa bene chi ne ha fatte di campagne elettorali. Ecco perché dall’ospedale San Raffaele, con il tradizionale video, l’ex premier, come il re Théoden del Signore degli Anelli esorta i suoi cavalieri a lanciarsi, senza timore, nella prateria. L’unico problema è che i suoi soldati non sono i coraggiosi paladini di Rohan. Sono, piuttosto, quattro giovani di buona volontà, che supportati dalla bionda Fascina, cercano di mantenere in piedi un esercito, che una volta non lasciava morti e feriti sul campo. I tempi, però, sono cambiati e la stessa creatura, che una volta veniva chiamata “l’invincibile armata” da sola non può farcela.

Fedeltà a Giorgia

L’unica strada è quel partito conservatore pensato da tempo da chi oggi nel Paese è probabilmente il massimo esperto di politica. Ecco perché allo scudiero Tajani è stato affidato il compito di ricucire con la premier, mettendo in disparte le varie Ronzulli. Le parole del Cav dal nosocomio verso Palazzo Chigi, d’altronde, valgono più di mille parole. “Siamo la spina dorsale – dice Silvio – del governo”. Ecco perché ringrazia quegli elettori dei settecento Comuni chiamati al voto: “Là dove ci sarà un nostro candidato capace e convincente daranno a noi Forza Italia il loro consenso, perché questa tornata può incidere sul peso di chi ha le sorti del Paese”.

Caccia all’astensione

Una cosa è certa, Berlusconi è l’unico ad avere la lucidità necessaria e soprattutto il coraggio per dire ai suoi e agli alleati che non serve fare una battaglia all’interno della coalizione, ma piuttosto allargare il perimetro. La vera sfida è recuperare il popolo del non voto. Non a caso, nel messaggio dal San Raffaele, si rivolge proprio a chi diserta le urne, agli scontenti che una volta votavano M5S. Il Cav sa benissimo che quel popolo non si riconosce nella sinistra. Considerando l’età e gli acciacchi, che affronta come il miglior guerriero, dunque, spinge chi si prepara alla successione a pensare a un soggetto moderato che possa raccogliere le istanze di chi non è sovranista e non si riconosce nel partito massimalista di Schlein.

Il partito conservatore

Meloni, d’altronde, non è più la militante di destra di un tempo, ma piuttosto una donna delle istituzioni vicina all’Europa, alla Nato e alla Chiesa, come dimostrato nell’ultimo incontro con Papa Francesco. Questi sono i nuovi pilastri del partito “conservatore”, a cui Giorgia sta lavorando da tempo e non certamente quel nero, ormai lontano ricordo. Per realizzare un’operazione del genere, quindi, è indispensabile recuperare terreno su quelle battaglie che vanno oltre gli steccati della politica. Un esempio è quella sulla giustizia.Il passaggio di Chinnici dal Pd a Forza Italia, su cui ci sono stati i tanto criticati manifesti, è la dimostrazione plastica di come il nuovo centrodestra voglia dire al Paese che non solo la sinistra ha combattuto le mafie. Stiamo parlando, infatti, di storie su cui dividere è irresponsabile. Il Cav lo sa bene e pertanto le utilizza per costruire un qualcosa di nuovo, di lontano dalle sfide del novecento. L’unico ostacolo potrebbe essere solo un’eventuale vittoria di Trump, che potrebbe dare adito alle frange estreme. Se, però, si bruceranno le tappe e si chiuderà il cerchio moderato subito intorno a Giorgia, non ci sarà sovranismo che tenga.

Torna alle notizie in home